Georgia, legge sugli agenti stranieri, proteste e scontri
TBILISI (Pars Today Italian) - Proteste in piazza in Georgia contro l’approvazione, da parte del Parlamento, della nuova legge che obbliga media e associazioni ...
che ricevono almeno il 20% dei loro fondi da associazioni o governi stranieri a registrarsi presso il Ministero della Giustizia come “agenti stranieri”, rischiando una serie di conseguenze amministrative e penali. I dimostranti sono scesi in piazza a Tbilisi, hanno tirato un paio di molotov sui cordoni di agenti antisommossa che ha risposto con lacrimogeni e cannoni ad acqua. Non si segnalano vittime, ma diversi i fermi disposti per le intemperanze di alcuni manifestanti e scene cui in Georgia non si assisteva da tempo data la tenuta del governo guidato da Irakli Gharibashvili, primo ministro in carica dal mese di febbraio del 2021. Il Paese caucasico, infatti, sebbene possa contare su una tenuta istituzionale rafforzatasi dopo la cosiddetta Seconda guerra in Ossezia del Sud – lo scontro armato dell’agosto del 2008 fra Russia e Georgia che ha causato per il governo di Tbilisi la perdita del controllo di circa il 20 per cento del suo territorio –, è stato soggetto a diverse crisi politiche, alimentate dai dissidi interni al partito di governo Sogno georgiano e alle manovre del suo fondatore, Bidzina Ivanishvili, l’imprenditore considerato l’uomo più ricco del Paese.
Le proteste di ieri sera, le dure critiche internazionali – in particolare da Stati Uniti e Unione europea – e l’annuncio della stessa presidente Salome Zurabishvili, che ha fatto sapere che non intende promulgare la legge, rischiano di causare una nuova crisi politica. La legge rischia di minare il percorso d’integrazione euro-atlantica del Paese caucasico. Il progetto di legge presentato lo scorso 29 dicembre dal partito Potere al popolo prevede la creazione di un registro per gli “agenti di influenza straniera”. Il documento prevede l’introduzione nell’ordinamento giuridico nazionale della “definizione di agente di influenza straniera” e stabilisce “il coinvolgimento diretto dello Stato in diversi processi relativi ai privilegi concessi a persone fisiche o giuridiche che ricevono finanziamenti stranieri”.
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