Apr 13, 2023 06:08 Europe/Rome
  • Crisi Ucraina, cos’è piano Usa-Varsavia? Che centra la Germania? - 2

KIEV (Pars Today Italian ) - In ogni caso, Varsavia non dimostra alcun desiderio di pace: la completa disfatta delle forze ucraine significa infatti l’impossibilità ...

per Kiev di difendere i “Kresy Wschodnie” (quelli che Varsavia considera propri “territori orientali”) dai “peacekeepers” polacchi.

Oppure, significherà addirittura che Zelensky stesso cederà volontariamente parte dell’Ucraina ai polacchi, come aveva fatto Simon Petljura nel 1920.

Per i polacchi, constata Vladimir Družinin su Odna Rodina, è dunque vantaggioso che la guerra continui.

Così che prenda corpo quello che oggi è solo il nome, fissato dalla Costituzione, di “Trzecia Rzeczpospolita Polska” – commenta il politologo Aleksandr Nosovic su Moskovskij Komsomolets – dopo la Seconda Rzeczpospolita del periodo 1919-1939 (quando Varsavia aveva inglobato Bielorussia e Ucraina occidentali), e nonostante che il partito di governo “Diritto e Giustizia” miri già alla “Quarta Rzeczpospolita”.

Una “Quarta Comunità” che già da tempo vede Galizia e Volynia ucraine “invase” da joint venture, ONG, “programmi giovanili” vari, scambi studenteschi, ma, soprattutto, vede centinaia di migliaia di lavoratori ucraini che fanno avanti indietro dalla Polonia con salari di sopravvivenza: un “esercito” di operai sottopagati che, insieme ai miliardi di euro della UE (si parla di 130 miliardi nei primi anni di adesione) ha garantito il “miracolo economico” polacco.

Non a caso, Myśl Polska, in un servizio dal carattere ultra-nazionalista che, al pari di leghisti qualunque, taccia di criminali e terroristi i migranti che arrivano in Europa, ricorda che negli ultimi tredici mesi anche quasi undici milioni di ucraini hanno attraversato la frontiera ucraino-polacca e, di questi, oltre sei milioni mirano ad altri paesi europei, mentre gli altri tentano di stabilirsi in Polonia.

Di questi ultimi, appena il 19% ha cominciato a lavorare, mentre tutti usufruiscono dell’assistenza sanitaria gratuita, e i più anziani anche della pensione: un peso insostenibile per il bilancio polacco, chiosa Myśl Polska; un peso che, per di più, finisce in tasca agli eredi dei banderisti.

Nosovic ritiene che Varsavia, più che a “inghiottire” le regioni occidentali ucraine, miri piuttosto a un protettorato, lasciando l’Ucraina formalmente indipendente, a fare da cuscinetto tra Polonia e Russia, sfruttandone però le risorse economiche e geografiche, non ultima lo sbocco sul mar Nero.

E intanto – ne ha parlato di recente anche Aleksandr Lukašenko e gli stessi polacchi non lo nascondono – nei piani di Varsavia c’è l’obiettivo di diventare, entro il 2030, la prima potenza militare europea, naturalmente con l’appoggio USA e il trasferimento delle armi nucleari americane dalla Germania alla Polonia.

Un piano che si inserisce perfettamente nel disegno statunitense di indebolire economicamente e politicamente la Germania.

E, allo scopo, per agevolare i disegni yankee-polacchi, serve oggi anche chiudere gli occhi sul passato, nonostante che il leader di “Diritto e giustizia”, Jarosław Kaczyński, avesse a suo tempo detto a brutto muso all’ex presidente golpista Petro Porošenko che «l’Ucraina, con Bandera, in Europa non ci entra».

Anzi, oggi Varsavia evita proprio l’argomento dei massacri banderisti in Volynia e sollecita invece il revisionismo nazista di Zelensky su Smolensk e Katyn’.

E, in fin dei conti, nota l’editore di Myśl Polska, Przemyslaw Piasta, a proposito dei massacri della Volynia, perché mai «un ebreo di lingua russa (Zelensky; ndr) dovrebbe scusarsi per i crimini dei greco-cattolici ucraini?»; non si è scusato nemmeno per il missile su Przewodów, dice Piasta, figurarsi per fatti di ottant’anni fa…

Ma la Varsavia ufficiale tace e sembra ignorare le mancate scuse di Kiev: sempre in onore a quei piani americano-polacchi, non chiede risarcimenti a Kiev né per il 1943, né per il 2022, mentre invece non perde occasione per tornare a chiedere a Berlino il «risarcimento di 1,3 trilioni di euro» per la Seconda guerra mondiale.

In ogni caso, protettorato, confederazione o inglobamento che sia, è curioso che proprio alla vigilia della visita di Zelensky a Varsavia, il vice Ministro della difesa polacco, Waldemar Skrzypczak, che un anno fa profetizzava “una rapida vittoria ucraina”, abbia ora detto che «L’Ucraina non ha alcuna possibilità di riprendere il territorio conquistato dalla Russia».

In ciò più categorico del New York Times a proposito della “controffensiva: «Poco probabile che il successo sia garantito».

Dunque, non c’è che da aspettare il momento in cui Vladimir Zelensky, al pari di tanti “leader” imposti dalla CIA in giro per il mondo, cesserà di essere “il nostro figlio di puttana”, per diventare un altro Bin Laden e fare forse la stessa fine, osserva Sergej Donetskij.

Il quale azzarda anche, nei confronti della Polonia, un paragone con l’atteggiamento americano nella Seconda guerra mondiale: nonostante Washington avesse dichiarato guerra alla Germania a dicembre del 1941, il secondo fronte non fu aperto che nel 1944, quando c’era il serio pericolo che tutto il bottino andasse all’Esercito Rosso.

Così ora, non è improbabile che Varsavia, Bucarest e Budapest, non appena vedranno che l’esercito ucraino è agli sgoccioli, faranno avanzare i loro eserciti, in ciò sollecitati da Washington, per evitare che alla Russia tocchi l’intera Ucraina.

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:

Instagram: @parstodayitaliano

Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte

Twitter: RadioItaliaIRIB

Youtube: Redazione italiana

VK: Redazione-Italiana Irib

E il sito: Urmedium

Tag