Sterilizzazione forzata in Europa
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Sterilizzazione forzata: solo in 9 dicono ufficialmente "no".
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Giu 07, 2023 07:39 Europe/Rome
  • Sterilizzazione forzata in Europa

Sterilizzazione forzata: solo in 9 dicono ufficialmente "no".

 

Insieme a Italia, Germania e Francia, dalla fine del 2020 tra loro figura anche la Spagna. È qui che vive Rosario. Oggi 53 anni, da piccola sentiva sempre ripetersi che se non poteva prendersi cura di se stessa, non avrebbe potuto prendersi cura di un figlio. I suoi genitori, a cui era stata diagnosticata una disabilità intellettiva del 67%, non riuscivano a immaginarla indipendente, tanto meno come madre. "La tua disabilità può essere trasmessa a tuo figlio attraverso i tuoi geni", le ripetevano.

Secondo un rapporto pubblicato lo scorso settembre dallo European Disability Forum, la sterilizzazione forzata di persone con disabilità è ancora autorizzata in 14 paesi dell'Unione Europea, tra cui Danimarca, Austria e Finlandia. In tre di questi, Portogallo, Ungheria e Repubblica Ceca, è esplicitamente autorizzata anche nei confronti dei minori.

Paesi Ue in cui è autorizzata la sterilizzazione forzata di persone con disabilità

  1. Portogallo
  2. Danimarca
  3. Repubblica Ceca
  4. Austria
  5. Slovacchia
  6. Ungheria
  7. Croazia
  8. Malta
  9. Finlandia
  10. Estonia
  11. Lituania
  12. Lettonia
  13. Bulgaria
  14. Cipro

L'assenza di una legislazione comune in Europa lascia nelle mani dei singoli Stati membri la decisione di mettere fuori legge la pratica della sterilizzazione forzata delle persone con disabilità. È ufficialmente vietata soltanto in Svezia, Irlanda, Belgio, Francia, Germania, Italia, Slovenia, Polonia e - da appena due anni - anche in Spagna .

A questi paesi si aggiungerà presto anche Malta, che ha da poco annunciato la volontà di cambiare rotta. "È una forma di dominio molto crudele, sia sulla sessualità che sulla riproduzione", ha dichiarato a Euronews María Eugenia Rodríguez Palop, membro del Parlamento europeo.

A luglio, il Parlamento europeo discuterà se mettere fuori legge questa pratica. Previo anche un voto del Consiglio europeo, se passasse, la decisione diventerebbe vincolante per tutti gli Stati membri. L'intero spettro politico è d'accordo, ma a dividere sono i fondamenti giuridici della nuova direttiva europea sulla lotta alla violenza contro le donne.

A creare problemi, secondo Rodríguez Palop, è il fatto che siano molto limitati e basati esclusivamente sul reato europeo di sfruttamento sessuale. "Stiamo cercando di ampliare i reati penali, il concetto di aggressione e di incorporare un legame tra lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento riproduttivo", spiega. L'opposizione arriva da Stati membri come la Repubblica Ceca, la Slovacchia o l'Ungheria, ma anche da altri Paesi "insospettabili quando si tratta di andare contro i diritti umani", dice ancora l'eurodeputata spagnola, come Francia, Belgio e Portogallo.

 

 

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