Giu 15, 2023 06:08 Europe/Rome
  • Europa, riarmo, chi ne beneficerà? – 1a p.

BRUXELLES (Pars Today Italian) - In questi ultimi giorni, seguiti all’approvazione del regolamento UE Act in Support of Ammunition Production (ASAP), ...

è andato scemando l’acceso dibattito su questa scelta guerrafondaia, che potrà coinvolgere anche i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Del resto, quando il Partito Democratico, principale forza di opposizione, vota come il governo, non c’è interesse ad alzare un polverone.

Eppure, è importante mantenere alta l’attenzione su questo programma che il commissario al Mercato Unico Breton ha presentato a inizio maggio. Ma è anche necessario ampliare un po’ lo sguardo per avere idea del peso del complesso militare-industriale nelle scelte della UE.

Perché la realtà è che ormai apertamente questa costruzione continentale è esplicitamente instradata su una politica militarista e di potenza. Al solito, per rendersene propriamente conto, bisogna guardare l’azione di lobbying e le «porte girevoli» tra le aziende belliche e la politica.

Nel cuore della UE, accanto ai palazzi della Commissione a Bruxelles, si trova la sede dell’Aerospace and Defence Industries Association of Europe (ASD). È l’associazione di categoria che riunisce 3 mila imprese del settore di 17 diversi paesi, e indirizza le decisioni di tutta la UE.

Dell’ASD fanno parte anche sigle nazionali, tra cui l’italiana AIAD, la federazione del comparto militare appartenente a Confindustria e di cui era a capo Guido Crosetto prima della nomina a ministro della Difesa. Alla guida dell’ASD c’è invece Alessandro Profumo, fino al mese scorso Amministratore Delegato di Leonardo.

È proprio il colosso italiano, insieme ad altre 15 società tra cui Airbus (di cui il CEO è vice di Profumo nell’ASD), Thales, Indra, Saab, che fino al 2021 ricevevano il 51% dei fondi dei programmi bellici che hanno preceduto lo European Defence Fund (EDF). Questa voce di bilancio, prevista per il periodo 2021-2027, ammonta a 7,95 miliardi di euro.

A questa va aggiunta lo European Facility for Peace, l’orwelliano finanziamento europeo per la pace usato per acquistare armi per l’Ucraina, i cui stanziamenti sono già arrivati a 7 miliardi e potrebbero aumentare ancora. Ma nel settore militare, al solito, il ritorno della ricerca civile in cui le imprese possono essere coinvolte è fondamentale.

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