Ago 03, 2023 06:14 Europe/Rome
  • Crisi Ucraina, ipotesi “fattore polacco. Lo consentirà gli Usa  - 1

KIEV (Pars Today Italian) - C’è un’espressione nella lingua russa che, nella situazione attuale, ...

si adatta bene alla possibile evoluzione dei rapporti a est della Vistola: “pestare due volte lo stesso rastrello”.

Il riferimento è, ancora una volta, agli allarmi polacchi su un ipotetico attacco al “Suwalki Gap”, che in «due ore porterebbe le forze russo-wagneriane a Varsavia», come pretesto per tornare a “polonizzare”, a cent’anni di distanza, alcune regioni di paesi vicini.

Il vice primo-ministro polacco Jaroslaw Kaczynski, dalla frontiera polacco-bielorussa, ha parlato della costituzione di altre divisioni dell’esercito e di «vari tipi di apparecchiature elettroniche» da aggiungere alla recinzione che delimita la frontiera.

Il fatidico manico del “rastrello” che, pestato, arriva diretto in mezzo agli occhi, già per la seconda volta, non riguarda solo le reazioni russe a un intervento polacco in Ucraina occidentale, come paventa l’intelligence russa.

Da mesi, il Ministro della difesa Mariusz Blaszczak pianifica il dislocamento di nuove unità militari nel Voivodato di Podlaski, al confine con la Bielorussia. Viene accelerata la realizzazione di una ferrovia militare veloce (finanziata dalla UE) dalla Polonia alla Lituania; annunciata la costruzione di una superstrada da Bialystok al confine lituano fino a Suwalki che, secondo Blaszczak, ha destinazione militare.

Blaszczak ha annunciato anche lo schieramento, entro fine 2023, di un battaglione di genieri nell’area di Augustow, sempre per “rafforzare il confine orientale” e mettere in sicurezza il corridoio di Suwalki.

«La Polonia sta attivamente preparando i cittadini alla guerra con la Russia. I campi di addestramento sono sovraffollati», scriveva a fine 2022 il giornale del Dipartimento della guerra USA Stars and Stripes.

Centinaia di migliaia di riservisti polacchi, tra i 18 e i 58 anni, sono tenuti a seguire corsi di preparazione bellica e il modo più semplice per sottrarsi alla mobilitazione, scrive la polacca Niezależny Dziennik Polityczny, è quello di lasciare la Polonia: la «fuga di uomini in età militare è già diventata un fenomeno di massa».

Secondo il presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko, una Brigata polacca è già dislocata a 40 km da Brest e un’altra a un centinaio di chilometri da Grodno. La risposta russo-bielorussa, come annunciato da Minsk a fine 2022, è stata l’avvio di esercitazioni a combattimenti urbani in uno dei campi di addestramento bielorussi.

Sulla russa Fond Strategiceskoj Kul’tury, Vladimir Prokhvatilov ricorda come le mosse di Varsavia rientrino nella strategia yankee a lungo termine, per la creazione di infrastrutture militari agli immediati confini russi.

Nel 2014, infatti, il famigerato direttore della Stratfor, George Friedman, riconosceva l’impossibilità, allora, di uno scontro diretto NATO-Russia per il solo motivo dell’assenza di adeguate infrastrutture NATO in Europa orientale e Ucraina.

Ora questa carenza è colmata e, tra l’altro, di piani polacchi per un’operazione in Bielorussia tesa a coinvolgere la NATO nel conflitto in Ucraina, ha parlato anche l’ex analista della CIA Larry Johnson, in un’intervista al canale Dialogue works: «proprio ora», ha detto, si prende coscienza della disfatta ucraina.

Non si può più fingere che il regime di Kiev stia vincendo e, in un impeto di disperazione, la Polonia tenta di coinvolgere la NATO.

Dunque, Varsavia continua la corsa a dotarsi del «più forte esercito di terra europeo», con un bilancio di guerra balzato dai 11-12 miliardi di dollari del 2022, ai 20 del 2023. Il 27 luglio, i media polacchi, citando Korea Times, hanno scritto della richiesta polacca a Seoul di un prestito di 15,6 miliardi di dollari per l’acquisto di armi coreane: 48 caccia leggeri FA-50, oltre 600 complessi di artiglieria semovente K9, un migliaio di carri armati K2 e circa 300 lanciarazzi multipli K239, analogo al HIMARS.

Questi mezzi, vanno ad aggiungersi ai 20 sistemi HIMARS (dei 500 in programma) già ricevuti dagli USA e alle due batterie di “Patriot”, in attesa di altre quattro. Nei piani, rientrano anche altri 200 tank “Abrams” (42 nel 2023), 96 elicotteri “Apache”, caccia F-35, oltre alla cinquantina di F-16 già in dotazione.

Nell’ottobre 2019, il “think tank” neoconservatore americano Jamestown Foundation aveva pubblicato un rapporto che, a dispetto del titolo – Come proteggere i paesi baltici – trattava di operazioni offensive NATO su vasta scala contro Russia e Bielorussia, scrivendo che «bisogna prima di tutto risolvere la questione di Kaliningrad», da occupare con truppe polacche e americane, trasformandola in una regione della Polonia.

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