Media Usa, Russia sta per testare missile a propulsione nucleare
(last modified Thu, 05 Oct 2023 03:29:04 GMT )
Ott 05, 2023 05:29 Europe/Rome
  • Media Usa, Russia sta per testare missile a propulsione nucleare

WASHINGTON (Pars Today Italian) - Immagini di intensi movimenti di mezzi terrestri ed aerei vengono registrate dai satelliti in orbita ...

dimostra che Mosca si sta apprestando al test di una nuova arma nucleare.

Si tratta del sistema 9M370 Burevestnik noto in ambiento Nato come SSC-X-9 Skyfall: un missile dotato di propulsore nucleare da attivare una volta in aria, il quale gli permetterebbe di rimanere in volo per un periodo di tempo infinito, anche se fino ad ora i test di quest’arma hanno avuto scarso successo. Il Burevestnik è una delle sei “superarmi” presentate dallo stesso presidente russo Vladimir Putin all’interno di un suo celebre discorso del 2018, durante il quale affermava che questi sistemi, tutti con capacità nucleari o quantomeno dual-use, offrirebbero alla Russia una opzione strategica che gli Stati Uniti non potrebbero in nessun modo contrastare. Poco più di un anno fa, nell’aprile del 2022, era stata un’altra di queste armi, il missile balistico intercontinentale a lungo raggio RS-28 Sarmat, già dal 2016 soggetto di alcuni filoni della propaganda putiniana, ad essere impiegato per la prima volta all’interno di un lancio sperimentale.

Nei mesi successivi diversi esponenti russi , come il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov, ex-presidente Dmitry Medvedev, il leader ceceno Ramzan Kadyrov,  lo speaker della Duma Vyacheslav Volodin e Sergey Karaganov, hanno ventilato l’utilizzo delle capacità nucleari russe come mezzo ritenuto più che legittimo nella tutela dell’interesse nazionale. I destinatari del messaggio erano ovviamente i Paesi occidentali che si sono schierati a supporto dell’Ucraina. L’obiettivo: un tentativo di esercitare una deterrenza verso ingerenze troppo ‘marcate’ all’interno delle dinamiche belliche. Risultati: non eccezionali.

Ma l’enfasi posta sull’energia atomica non riguarda soltanto la dimensione militare. Il “mito nucleare” di Mosca si dimostra capace di fascinazione e attrazione, sia dentro che fuori i confini della Federazione. Un fattore che, combinato alla necessità di avviarsi verso un processo di transizione all’energia sostenibile, ha spinto molti Paesi a cercare di cooperare con Mosca per sviluppare un programma nucleare civile. Dagli Stati dell’Africa, che vedono nel nucleare una fonte energetica economica e pulita su cui contare per il proprio sviluppo economico in modo libero da condizionamenti ideologici, all’India e alla Turchia di Recep Tayyip Erdoğan, sono molti gli stati che nel corso degli anni hanno avviato un programma di partnership con Rosatom, con l’obiettivo di sviluppare un programma nucleare domestico.

A questo gruppo di Paesi appartiene anche l’Ungheria di Viktor Orbàn. Lo scorso settembre l’ambasciatore ungherese a Mosca Norbert Konkoly ha riaffermato l’interesse del suo Paese nel collaborare con la Russia all’interno della dimensione nucleare, sull’onda di alcune voci che suggerivano un tentativo di Budapest di sganciarsi dal Cremlino e di sostituire Mosca con Parigi.

La narrazione che la Russia ha costruito negli anni attorno alle proprie capacità nucleare è efficace. Ripresa in ogni occasione che conta, ha portato interessi sia di carattere business che politici a Mosca. Nel pieno dell’invasione ucraina, l’uso del tema nucleare è un fattore tattico-strategico per il Cremlino, con conseguenze che vanno dalla deterrenza pratica e soprattutto psicologica, alle complicazione come quelle prodotte dagli accordi con l’Ungheria.

 

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