La discriminazione contro i neri in Europa + FOTO
(last modified Fri, 05 Apr 2024 07:00:06 GMT )
Apr 05, 2024 09:00 Europe/Rome
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Pars Today - Le persone nere e afrodiscendenti che vivono in Europa sono anni con subiscono varie fome di discriminazioni, nonostante tutta la propaganda dei governi occidentali.

Le industrie dei paesi sviluppati sono entrate da tempo nel meccanismo di valorizzazione del capitale e hanno intuito che abbassando il costo della forza lavoro avrebbero ottenuto l’aumento del profitto.

Quest’esigenza del mercato ha spinto ad una forte delocalizzazione verso i paesi del terzo mondo, dotati di un ricco bacino di manodopera non qualificata, ma sottomessa dalla necessità di guadagno per la sopravvivenza, disponibile a lavorare con un orario lunghissimo e soprattutto di facile e rapida sostituzione.La decolonizzazione e l’impoverimento delle campagne ha portato masse di africani a migrare internamente verso le città a disposizione delle industrie delle multinazionali, con condizioni insane e faticose, con una svendita del proprio tempo di vita a favore delle regole del capitale.In questo meccanismo perverso si sono inseriti anche mi membri deboli della società quali i bambini e le donne, ben accetti perché pagati meno, a scapito degli uomini.Le conseguenze dirette di queste forme di lavoro, molto simili alle vecchie forme di schiavitù, sono la mortalità precoce e le malattie professionali, ma ne conseguono anche varie forme di degrado sociale (ad esempio la tratta delle donne per la prostituzione e quella dei minori) .Gli africani alla ricerca di lavoro, qualunque sia la loro meta, si ripropongono come forza lavoro a basso costo; quello che per noi italiani è il compimento dell’essere umano come attore sociale ed economico per i migranti diventa un difficile percorso per la sopravvivenza e una lotta continua per il riconoscimento dei fondamentali diritti umani.

A questo proposito, il professor Ahmad Hankar ha scritto su X: "Nel Regno Unito, i neri hanno quattro volte più probabilità dei bianchi di essere detenuti ai sensi del Mental Health Act. "Trovo impossibile che il razzismo non contribuisca a queste statistiche allarmanti."

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In Germania, metà della popolazione nera che vive nel paese è presa di mira dai razzisti e il numero di uomini neri con questa esperienza (54,8%) è superiore a quello delle donne.

Un attivista per i diritti civili e politico tedesco ha scritto nello stesso contesto sul social network X: "Il negro è pericoloso in Germania? Questo è solo razzismo. Secondo uno studio, i neri in Germania sono più colpiti dal razzismo che in altri paesi dell’Unione Europea. "Sono esposti a episodi di razzismo ogni giorno."

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Secondo un recente sondaggio, al quale hanno partecipato 6.752 persone nere e afrodiscendenti che vivono in 13 paesi europei, tra cui Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia, il 45% ha subito discriminazioni razziali. Si tratta di un aumento del 6% rispetto al 39% del 2016.

Per quanto riguarda l'Italia, sette italiani su dieci ritengono che, in Italia, gli africani siano soggetti a episodi di razzismo e discriminazione molto spesso (per il 22%) o abbastanza spesso (48%). Lo riporta la terza edizione dell’indagine curata da Ipsos per Amref Italia, dal titolo “Africa e salute: l’opinione degli italiani”, svolta ad ottobre 2023 su un campione rappresentativo di 800 persone. Nel capitolo “L’Africa in Italia” – mai pubblicato prima – oltre al razzismo si affrontano altri temi, quali gli ostacoli all’integrazione e la legge di cittadinanza. Amref Italia presenta questi dati in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali. Il 21 marzo è stata scelta come data, per ricordare i tragici fatti di Sharpeville (Sudafrica) quando, nel 1960 e in piena apartheid, la polizia aprì il fuoco su un gruppo di dimostranti neri uccidendone 69 e ferendone 180.

Secondo il rapporto “Being black in the Eu” (Fra/Eu, 2018), il 39% delle persone nere e afrodiscendenti che vive in Europa vive alti livelli di esclusione socio-economica e sono state vittime di stereotipi negativi, atti di violenza e incitamento all’odio.

Nell’indagine di Ipsos per Amref, si rileva che solo un italiano su dieci (11%) ha la percezione corretta di quanti siano gli africani residenti oggi in Italia (circa 1,2 milioni). Il 71% del campione ne sottostima la presenza e il restante 18% la sovrastima. Se però chiediamo su 100 cittadini stranieri quanti sono africani, è un italiano su tre (34%) a sovrastimarne la presenza e solo il 7% dà la risposta esatta (tra 20 e 25).

l di là del numero esatto, il 53% dei rispondenti dichiara che i cittadini africani residenti in Italia sono comunque troppi e non sempre amalgamati con gli italiani. Un ulteriore 53% li considera poco o per nulla integrati nel nostro Paese. Cosa preclude questa integrazione? Come nel 2021, la prima causa (41%) risiede nel fatto che «le imprese italiane vedono gli immigrati africani solo come manodopera a basso costo». Segue al secondo posto «la scarsa voglia di accettare gli usi e le consuetudini italiane da parte degli africani (31%)», poi il fatto che «in Italia non ci sono adeguati programmi di integrazione (30%)». Il 16% ritiene che un ostacolo all’integrazione sia che «gli italiani sono razzisti».

 

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