Trump-Clinton, e se finisse senza un vincitore?
(last modified 2016-11-04T05:58:34+00:00 )
Nov 04, 2016 06:58 Europe/Rome
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NEW YORK (Pars Today Italian) - È possibile che il confronto presidenziale statunitense tra il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton non si esaurisca nella notte tra l'8 e il 9 novembre?

Da settimane l'ipotesi circola tra i media statunitensi, e non perché si preveda un riconteggio (comunque possibile), come per l'assegnazione della Florida in occasione della sfida George W.Bush-Al Gore nel 2000, ma in assenza di un candidato capace di raggiungere la maggioranza di 270 voti elettorali. L'ultimo a ipotizzarlo, in ordine di tempo, è stato il Washington Post. Aritmeticamente, il pareggio è possibile: il presidente è votato dal Collegio elettorale, composto da 538 grandi elettori. Bisogna ricordare che gli elettori statunitensi non eleggono direttamente il presidente, ma i grandi elettori, divisi tra i 50 Stati (più il District of Columbia) in base alla popolazione: il candidato presidenziale che vince in uno Stato ottiene la totalità dei suoi grandi elettori (tranne in Maine e Nebraska), che poi eleggeranno il presidente; i sondaggi e alcuni degli ultimi scenari disegnati fanno pensare che non sia un'ipotesi da escludere completamente. C'è poi un'altra possibilità, ovvero che nessuno dei candidati arrivi ai 270 voti necessari, pur in assenza di un pareggio: in questo caso, probabilmente, il merito sarebbe di Evan McMullin, l'unico candidato alternativo con reali chance di vittoria in uno Stato, lo Utah, che assegna 6 voti elettorali. Il blog del National Constitution Center ricorda che, nella storia degli Stati Uniti, il Congresso ha deciso l'elezione di un presidente in due occasioni: nel 1800, quando Thomas Jefferson (poi presidente) e Aaron Burr ottennero lo stesso numero di voti nel collegio elettorale, con il vecchio sistema che prevedeva due voti per ogni elettore, e nel 1824, con Andrew Jackson in vantaggio, ma senza la maggioranza assoluta dei voti; la Camera, poi, gli preferì John Quincy Adams.

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