Regalo natalizio per le banche Deutsche e Credit suisse
Il regalo di Natale dalle autorità statunitensi alle due banche europee: Deutsche bank e Credit Suisse. Nel patteggiamento di fine anno 2016, le due banche chiudono la lunga disputa con gli Usa sui titoli ipotecari garantiti dai mutui subprime prima della grande crisi 2008 e la prima ottiene un bello sconto sulle sanzioni. L’accusa delle sanzioni era quella di aver ingannato i consumatori. Deutsche, invece di pagare 14 miliardi di sanzioni di cui si era parlato, pagherà infatti 7,2 miliardi, men
Per la banca tedesca sarebbe un sospiro di sollievo. La cifra patteggiata è quasi la metà di quanto la procura americana puntava ad ottenere. Secondo le indiscrezione circolate a settembre si parlava del pagamento di una maxi-multa di 14 miliardi di dollari che ha fatto crollare in borsa il titolo. La multa era preoccupante perché si temeva che Deutsche non fosse in grado di pagarla, considerando che il cancelliere, Angela Merkel, aveva escluso un salvataggio pubblico. La somma patteggiata prevede una parte in contanti sotto forma di una ammenda per 3,1 miliardi in contanti e sostegno ai clienti per un valore di 4,1 miliardi attraverso la revisione di condizioni di prestiti già accordati e altre iniziative ancora da definire.
La banca elvetica dovrà invece sborsare 5,28 miliardi di dollari nel quadro di un accordo con la giustizia americana per regolare il contenzioso relativo alla vendita di titoli legati ai mutui subprime. E anche questa super-multa sarà rateizzata in modo simile a quella di Deutsche: 2,48 miliardi di multa e 2,8 miliardi a beneficio dei clienti ingannati. Come conseguenza della sanzione Credit ha spiegato che nel quarto trimestre dell’esercizio fiscale 2016 incorrerà in oneri di circa 2 miliardi di dollari da aggiungere agli accantonamenti già fatti. La parte del patteggiamento della cifra a sostegno dei clienti permette a due banche di diluire le rate nell’arco di 5 anni e non in contanti.
Nulla invece di fatto per la banca britannica, Barclays. Le autorità americane hanno presentato nelle stesse ore una denuncia contro Barclays in tribunale con l’accusa di aver venduto i titoli tossici complessivi 31 miliardi di dollari che poi si sono rivelati “un fallimento catastrofico”. In questo caso le due parti non hanno trovato l’accordo: caso molto raro. Barclays dovrà ora affrontare una difficile causa.