Kashmir: polizia indiana apre il fuoco contro gli studenti
NUOVA DEHLI- Decine di studenti in Kashmir sono rimasti feriti due giorni fa dopo che la polizia indiana ha sparato con armi da fuoco e gas lacrimogeni per disperdere gli studenti che si erano riuniti per tenere una protesta contro l’occupazione indiana.
Le proteste sono iniziate nella città di Srinagar, quando centinaia di studenti universitari sono scesi in piazza per protestare contro un raid della polizia in una scuola media nella città meridionale di Pulwama, in cui sono rimasti feriti almeno 50 studenti.
Le proteste si sono diffuse in diversi college a Srinagar e in altre parti del Kashmir, con battaglie campali tra studenti e le forze governative che hanno sparato pallini da caccia e gas lacrimogeni. La polizia ha riferito che il primo scontro è avvenuto quando gli agenti hanno cercato di fermare la marcia di centinaia di studenti nel principale centro commerciale della città.
L’ultima ondata di violenza in Kashmiri ha avuto inizio lo scorso 9 aprile, quando otto persone sono state uccise dall’esercito indiano durante una protesta davanti al parlamento indiano.
La brutalità delle forze di sicurezza, e la politica di sopraffazione sulla maggioranza locale musulmana portata avanti da Dehli, ha fornito al Pakistan l’occasione per rivolgersi all’Onu, chiedendo di internazionalizzare la questione del Kashmir. Dietro l’iniziativa di Islamabad, tuttavia, non c’è affatto l’intenzione di tutelare la popolazione vessata dal Governo indiano, quanto di usarla unicamente per legittimare le sue antiche mire sulla regione.
Dal 1989, i gruppi di opposizione combattono per l’indipendenza dall’India. Circa 70mila persone sono rimaste uccise in 28 anni di brutale repressione militare indiana.