Conoscere l'Islam (26):le api
La creazione degli animali è uno dei segni meravigliosi dell’esistenza di un Creatore molto onnipotene e onnisciente. Sul pianeta esiste un'immensa varietà di animali ed esseri viventi incredibili. Tutte le specie animali sono importanti e ognuna ha una funzione precisa nel ciclo vitale.
Nella puntata precedente abbiamo parlato delle api e del loro l’incredibile mondo. Anche oggi proseguiremo il nostro discorso su questo insetto organizzato e laborioso che produce un liquido variegate, il miele, cui il sacro corano dedica una intera sura al Nahl.
Amici nella puntata precedente abbiamo detto che le api per impedire che delle sostanze o un insetto estraneo riescano ad entrare nell’alveare, tutte le api si danno da fare per espellerlo.
Per quegli oggetti estranei di dimensioni tali da non poter essere allontanati dall’ alveare, viene adottato un altro sistema. Le api li “imbalsamano”, producendo una sostanza chiamata “propolis (resina delle api)” con la quale completano il processo di imbalsamazione. Questa resina, che le api producono aggiungendo delle speciali loro secrezioni alle resine che raccolgono dagli alberi di pino, pioppo ed acacia, viene usata anche per rattoppare le eventuali incrinature nell’ alveare. La resina, dopo che è stata spalmata dalle api sulle incrinature, si asciuga a contatto dell’aria e si trasforma in una crosta rigida. In questo modo può resistere a qualsiasi tipo di minaccia esterna. Le api usano per lo più questa sostanza nei loro lavori.
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A questo punto vengono in mente molte domande. La propolis ha la caratteristica di non permettere la vita di qualsiasi batterio al suo interno. E questo la rende la sostanza ideale per l’imbalsamazione. Ma come fa l’ape a saperlo? E come fa l’ape a produrre una sostanza che può essere prodotta dall’uomo solo in un laboratorio, e con l’uso di tecnologie disponibili solo a chi ha un certo livello di conoscenze di chimica? Come fa a sapere che un insetto morto favorisce la produzione di batteri, e che l’imbalsamazione invece la impedirà?
È evidente che l’ape non ha né alcuna conoscenza in merito, e neanche un laboratorio nel suo corpo. L’ape è solo un insetto, grande 1 o 2 cm, che fa solo quello che il suo Signore gli ha inspirato.
Intanto le api costruiscono degli alveari, dove 80.000 di loro possono vivere e lavorare insieme, sagomando piccole porzioni di cera vergine.
L’alveare è fatto di favi tappezzati di cera che hanno centinaia di minuscole celle su ognuna delle loro facce. Tutte le celle a nido d’ape sono esattamente delle stesse dimensioni. Questo miracolo di ingegneria è ottenuto col lavoro collettivo di migliaia di api, che usano queste celle come deposito di cibo e per il sostentamento delle api più giovani.
Da milioni di anni le api adottano una struttura esagonale nella costruzione dei loro favi a nido d’ape (è stato ritrovato un fossile di ape di 100 milioni di anni). È stupefacente che le api abbiano scelto una struttura esagonale invece che una ottagonale o pentagonale. La spiegazione viene fornita dai matematici: “la struttura esagonale è la forma più geometricamente adatta per lo sfruttamento di un’area.”
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Se le celle dei favi fossero state costruite in una forma diversa, alcune aree sarebbero rimaste inutilizzate; di conseguenza si sarebbe potuta conservare una quantità inferiore di miele, ed un numero inferiore di api se ne sarebbe potuto avvantaggiare.
Fino a quando la profondità è la stessa, una cella triangolare o quadrangolare contiene lo stesso ammontare di miele di una cella esagonale. Ma tra tutte queste forme geometriche è la esagonale quella che ha il perimetro più corto. Anche se hanno lo stesso volume, la quantità di cera necessaria per le pareti delle celle esagonali è inferiore a quella richiesta per una cella triangolare o quadrangolare.
Le celle esagonali richiedono, in termini costruttivi, una minima quantità di cera per immagazzinare la massima quantità possibile di miele. Di sicuro le api stesse non hanno potuto calcolare questo risultato, che l’uomo può ottenere solo dopo molti complessi calcoli geometrici. Questi minuscoli animali usano la forma esagonale naturalmente e istintivamente, giusto perché così gli ha insegnato ed “ispirato” il loro Signore.