Iran, scoprire la storia dell'arte - 09
vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In ogni puntata cercheremo di raccontare ed approfondire allo stesso tempo la storia dell'arte iranica.
A Susa venne eretto un grande tempio per il culto dei popoli uniti dell’Elam, i cui custodi esercitavano anche la funzione di giudici e di guida. In questo periodo emersero importanti personalità la cui opera risulta purtroppo in gran parte ignota a causa della scomparsa di documentazione scritta durante i rivolgimenti della storia.
Al contrario di quanto successo ad Uruk, a Susa la ceramica presenta anche in questo periodo, come nelle epoche precedenti, decorazioni estremamente significative. Esse erano per lo più disegnate su sigilli a forma di bottoni convessi, e gradualmente assunsero maggiore perfezione. Sugli stessi sigilli si notano anche disegni cruciformi assai somiglianti alle decorazioni dei vasi e dei piatti, e soggetti con tratti inediti (Fig. 4).
Nelle rappresentazioni si notano di nuovo immagini di un dio-animale dotato di corna, simbolo di potere e forza, che sconfigge e assoggetta leoni e serpenti. Talora nei disegni appare anche il pesce-sega, evidente testimonianza della vicinanza al mare e dell’attività di pesca. È possibile ipotizzare che i disegni rappresentino una qualche forma di attività religiosa associata alle attività ufficiali di governo di quel territorio. Questo essere mitologico, come risultato dello sviluppo delle credenze del popolo, alla fine assunse un vero e proprio carattere divino e divenne una forza possente e sovrumana di giudice la cui azione e i cui ordini sono eseguiti da un vicario, a lui inferiore, ma partecipe del suo governo, il quale officia il rituale religioso.
Gli abitanti di Susa, definiti da questo momento in poi Elamiti, trasmettono queste figure ai Sumeri e questo determina la nascita di una nuova civiltà urbana che è il risultato dello sforzo simultaneo di di Sumeri ed Elamiti, dotati di due culture distinte e che pur tuttavia hanno contribuito in modo eccezionale alla creazione di una nuova cultura e civiltà umana.
Con l’invenzione della scrittura, questa nuova civiltà urbana entrò nella “storia” e divenne quindi una civiltà storica. Sebbene ci sia unanimità nel ritenere che la scrittura sia stata inventata dai Sumeri nella seconda metà del quarto millennio, bisogna tuttavia dire che nello stesso periodo essa fu introdotta anche dagli Elamiti, la cui scrittura era tuttavia completamente differente da quella dei Sumeri – ancorché utilizzata molto raramente. Inoltre, la scrittura era utilizzata soprattutto per annotare e registrare derrate e scambi di merci, che venivano inventariate, come presso i Sumeri, su tavolette od ogive. Queste ogive, di terracotta o di ceramica, erano piuttosto grandi, vuote e avevano al loro interno degli oggetti a di varie forme geometriche- a sfera, cono e piramide – che servivano a fare i calcoli. Gli Elamiti, come i Sumeri, per tutto il periodo antico utilizzarono dei sigilli cilindrici per registrare e numerare le merci e questo sistema era utilizzato soprattutto con le tavolette di argilla. I sigilli erano dei piccoli cilindri sui quali erano incise delle scritte e talora anche dei disegni, che venivano impressi sulle tavolette di argilla ancora umida e morbida. Una volta impresse con tali incisioni, le tavolette assumevano valore di documenti ufficiali, proprio come la nostre carte, che assumono valore legale grazie a un timbro; le tavolette legate agli imballi delle merci garantivano così la loro congruità. Questo lavoro era svolto da segretari statali, che oltre ai cilindri usavano anche le ogive.
Sui cilindri venivano incisi disegni e scritte sia ornamentali sia religiose, che mostrano la religiosità dell’epoca. Il complesso di queste arti rappresentative e plastiche raggiunse il suo apice di armonia ed equilibrio senza deviazioni o passi falsi. Così, essa, nella storia dei popoli antichi occupa senza dubbio il primo gradino, in quanto l’insieme delle arti collegate tra loro e la scultura diedero inizio a una civiltà vera e propria, nel senso compiuto del termine. Tuttavia, sono stati trovati molte tavolette con le immagini di generi alimentari e complessi commerciali, che erano stati registrati per mezzo di quei timbri.
Si può affermare che nell’antico Elam la caccia avesse conservato la sua importanza nella vita della popolazione, mentre anche l’allevamento aveva la sua parte di rilevanza, dato che abbiamo rappresentazioni di offerte di ovini al nume tutelare della città o al suo rappresentante. Sebbene non siano rimaste raffigurazioni che indichino la continuità dell’attività agricola a Susa, sappiamo – dal ritrovamento di numerosi magazzini – che la città era all’epoca uno dei più importanti centri cerealicoli.
Un altro elemento degno di attenzione nel periodo urbano di Susa è l’emergere di mestieri e industrie specialistiche, come la tessitura, la panificazione, e la fabbricazione e conservazione di vasellame, che costituivano le produzioni dell’Elam destinate all’esportazione e per le quali l’Elam rimase famoso nei secoli. Bisogna anche menzionare la metallurgia, dato che sono rimasti molti manufatti in rame, argento e oro che risalgono a questa epoca. Come è stato detto, infatti, il più antico corpo saldato d’oro che sia stato mai trovato, risale alla Susa del quarto millennio: un cane con sulla schiena un anello, da appendere al collo o altrove. Questi manufatti mostrano come in quel periodo l’arte dell’Elam avesse fatto grandi progressi. È possibile, in generale, paragonare le caratteristiche di questa civiltà con quelle delle città della Grecia antica, sebbene, dal momento che l’Elam è molto più antico, non vi sia alcuna contemporaneità tra le due.