Iran, scoprire la storia dell'arte - 18
Cari amici, vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In ogni puntata cercheremo di raccontare ed approfondire allo stesso tempo la storia dell'arte iranica.
Nel terzo millennio a. C., nelle regioni settentrionali dell’Iran, vale a dire a sud del Mar Caspio, emersero delle popolazioni iraniche che parlavano una lingua diversa da quella dei Cassiti. Essi non arrivarono improvvisamente, anzi il loro fu un movimento graduale che permise una fusione pacifica e amichevole con le popolazioni autoctone dell’altopiano. In seguito alla loro comparsa, l’antica ceramica disegnata venne abbandonata per essere sostituita dalla ceramica liscia e lucidata. Questo popolo aveva dei legami con gli Hurriti della Mesopotamia settentrionale e dell’Anatolia, che nel tredicesimo secolo avevano istituito il regno di Urartu nell’attuale Armenia. Non è però chiaro se siano venuti nell’altopiano dal Khorasan, dal Gorgan, oppure dal territorio di Urartu e dal Caucaso, dato che il loro movimento migratorio si è sviluppato per un periodo molto lungo: i documenti esistenti non sono sufficienti ad una ricostruzione certa da parte degli studiosi. Ciò che è invece chiaro è che essi istituirono un potente stato nell’Iran settentrionale, precisamente nelle regioni del Mazandaran e dell’Azerbaijan, denominato regno di Mann o dei Mannei, e che nel primo millennio lasciarono il proprio posto ai Medi, un altro popolo iranico e ariano.
Il numero degli scavi effettuati non è ancora sufficiente a darci una conoscenza soddisfacente dei Mannei, anche se sono stati trovati, in diversi punti di quello che fu il loro regno, resti di fortezze e palazzi. Sembrerebbe che il governo dei Mannei sia stato sconfitto durante un massiccio attacco sferrato contri gli Assiri, e che alla disfatta abbia fatto seguito l’incendio della maggior parte delle loro opere. I reperti trovati in diversi siti del regno sono del tutto eterogenei. Essi rivelano un’ispirazione sumerica, elamitica, babilonese, assira e hurrita, pur incorporando importanti innovazioni dal palese carattere iranico.

Nel 1962, nel corso di una spedizione archeological, furono trovate a Marlik, località sita in un luogo ricco di corsi d’acqua nella valle del fiume Goharrud, 53 tombe. Si tratta di tombe di prìncipi e notabili del paese. La prima tomba ha una pianta di 5 metri per 6, ricavata da spesse lastre di pietra. Le altre tombe sono più piccole e misurano all’incirca 1,5 metri per 2. In esse sono stati trovati diversi manufatti: alcune spade, piegate, non si sa bene perché; punte di freccia dotate di lame, caratteristiche dell’altopiano e presenti nel secondo millennio anche a Siyalk, a Talesh e nel Caucaso; una teiera d’argento intarsiata in oro e pietre dure; numerose ceramiche prive di decorazioni, a forma di bue stilizzato, una figura nota come “bue di Amlash” (Fig. 8). Le coppe e i calici d’oro trovate nelle tombe di Marlik, nelle rocche di Hasanlu (Azerbaijan) e di Ziwiyeh (Kurdistan), hanno decorazioni tali che possono essere considerati anelli di una catena artistica riemersa più tardi nell’arte achemenide e sasanide.