Le meraviglie dell'Iran (75) Taq-e-Bostan
L'altopiano dell'Iran e' stato, dai tempi antichi, culla di diverse civiltà e per via delle sue particolari caratteristiche naturali e geografiche, ha collegato come un ponte le civiltà dell'Oriente a quelle della pianura mesopotamica. In questo senso le civiltà dell'altopiano iranico hanno prestato, per migliaia di anni, un servigio prezioso all'umanità intera.
In questo senso le civiltà dell'altopiano iranico hanno prestato, per migliaia di anni, un servigio prezioso all'umanità intera.
Tra queste civiltà hanno avuto un ruolo più marcato quelle della parte occidentale dell'altopiano iranico.
Le fitte foreste di quercia, noce e mandorlo di cui rimangono tutt'ora delle parti e che sono importanti sotto il profilo nutrizionale, i monti elevati e difficilmente raggiungibili che erano ideali dal punto di vista militare e strategico, l'acqua abbondante, le praterie ed i pascoli numerosi per l'allevamento del bestiame, hanno creato da sempre condizioni adeguate per la vita nella parte occidentale dell'altopiano iranico.La catena dei monti Zagros, che si estende dal nord-ovest al sud-est dell'Iran, con una lunghezza di circa 1000 chilometri ed una larghezza di quasi 200, ha formato difronte a se dei rilievi di minore elevazione e tra questi monti ed i rilievi paralleli vi sono le valli verdeggianti che dai tempi antichi hanno dato vita a diverse civiltà.
Una delle meraviglie dell'Iran nella regione di Kermanshah e Sito di Taq-e-Bostan.Regione Kermanshah – Città di Kermanshah – Sito di Taq-e-Bostan. Taq-e Bostan "arco del giardino è un sito con una serie di grandi rilievi rupestri di epoca sassanide, la dinastia iraniana che governò nell'Asia occidentale dal 226 al 650 d.C. Questo esempio di arte sassanide si trova a 5 km dal centro della città di Kermanshah, nell'Iran occidentale. Si trova nel cuore dei monti Zagros, dove ha subito per quasi 1700 anni vento e pioggia. Le sculture, alcune delle più belle e meglio conservate, esempi di scultura persiana sotto i Sassanidi, comprendono le rappresentazioni delle investiture di Ardashir II (379-383) e Sapore III (383-388). Come altri simboli sassanidi, Taq-e Bostan e i suoi motivi in rilievo mostrano il potere, le tendenze religiose, la gloria, l'onore, la vastità della corte, il gioco e lo spirito combattivo, la festa, la gioia e l'esultanza. Taq-e Bostan e il suo rilievo di roccia sono una delle 30 reliquie sassanidi sopravvissute nei monti Zagros. Secondo Arthur Pope, iniziatore dello studio dell’arte iraniana e dell'Istituto di archeologia negli Stati Uniti, "l'arte era una caratteristica del popolo iraniano e il dono che hanno concesso al mondo".

Considerando che il sito e' circondato da una cornice naturale suggestiva, caratterizzata da sorgenti, monti e tanto verde, la zona e' altamente frequentata dai turisti.
In passato, proprio per queste sue peculiarità naturali e climatiche, la zona era stata scelta dai re Sassanidi come tenuta di caccia. Le immagini ricavate nella parete della montagna dagli artisti raffigurano l'Artaserse secondo; ci sono poi due portici definiti "Eyvan piccolo" e "Eyvan grande". Gli storiografi ed i geografi dell'era islamica come Ibne Faqih e Ibne Rastè hanno denominato "Shabdiz" questo luogo mentre "Yaqut Hamawì" lo chiama "Qasr-e-Shirin" (Regia di Shirin). Il viaggiatore Hamdullah Mostofi lo definisce "Taq-e-Vostam" ed altri lo definiscono "Taq-e-Behsotun", "Taq-e-Bistun" o "Taq-e-Bostan". L'Eyvan grande o grande portico e' una costruzione larga 7.85 metri ed alta 11.90 che ci trasmette maggiori informazioni sull'architettura del periodo Sasanide. Il muro che vi e' in fondo ad esso e' diviso in due parti. La parte superiore raffigura l'incoronazione dei re Sasanidi mentre nella parte inferiore vengono raffigurate scene di caccia. I muri laterali del grande portico sono abbelliti sempre con scene di caccia. A destra la caccia del cervo e a sinistra la caccia del cinghiale. La costruzione di questo edificio viene fatta risalire a diverse date. Secondo Herzfeld, il famoso archeologo, sarebbe stato costruito durante il regno di Khosroe secondo, tra il 590 ed il 628 d.C. Sopra il muro a sinistra della costruzione vi è anche una iscrizione aggiunta all'opera nel periodo Qajaride.Vi sono due scalinate nel complesso di Taq-e-Bostan che hanno complessivamente 54 gradini. Nel 1969, quando venivano piantati alberi per creare un parco intorno al sito archeologico, vennero ritrovate queste scalinate ed anche tantissimi oggetti e soprattutto vasi di terracotta del periodo Arsacide. Vicino il sito vi sono anche due grandi muri che secondo gli studiosi facevano parte di una grande costruzione che ancora oggi conduce verso uno dei villaggio vicini. Secondo le ricerche questo edificio era invece del periodo Sasanide.