Le meraviglie dell'Iran (82) - La regione di Ilam
L'altopiano dell'Iran e' stato, dai tempi antichi, culla di diverse civiltà e per via delle sue particolari caratteristiche naturali e geografiche, ha collegato come un ponte le civiltà dell'Oriente a quelle della pianura mesopotamica. In questo senso le civiltà dell'altopiano iranico hanno prestato, per migliaia di anni, un servigio prezioso all'umanità intera.
Una delle meraviglie dell'Iran e' la regione di Ilam, situata nel sud-ovest del Paese. Il capoluogo è la città di Ilam e gli altri importanti centri abitati sono: Abdanan, Eivan, Dareh Shahr, Dehloran e Mahran. I maggiori rilievi della regione sono i Monti Kabir Kuh e Dinar Kuh.
Il clima, della regione a causa della presenza dei Monti Kabir Kuh e Dinar Kuh , la differenza di temperatura e pioggia, fra la parte settentrionale e quella sud-occidentale è enorme. Quindi, dal punto di vista climatico, questa regione presenta una tripartizione: le zone montuose a nord e nord-est sono relativamente fredde con la stagione invernale alquanto lunga, le aree pianeggianti ad ovest e sud-ovest sono calde, mentre la fascia intermedia ha un clima mite e temperato. Gli studi archeologici affermano che, circa 4000 anni prima di Cristo, la popolazione dei Gutei sia vissuta in questa regione. In seguito, furono i Cassiti che, provenienti dal Caucaso, immigrarono in questo territorio. La scoperta dei manufatti di bronzo nel Lorestan, Ilam e Talash ha favorito l’accostamento fra le civiltà di queste due antiche popolazioni. I territori che oggi prendono il nome di Ilam, secondo molti documenti storici e reperti archeologici erano una parte dei domini dell’antico Elam. Nelle iscrizioni babilonesi, l’antica regione di Elam veniva chiamata ‘Alamtu’ o ‘Alam’ che significava ‘montagna’ o ‘paese dove sorge il sole’. Durante l’epoca degli Achemenidi, gli abitanti della catena montuosa degli Zagros erano parte integrante dell’impero persiano. La presenza di numerosi reperti archeologici dell’epoca sasanide nelle regioni di Ilam e Lorestan dimostra che il possesso di questi territori abbia avuto un’importanza fondamentale nel periodo in questione. Si trovano numerosi siti archeologici in questa regione ed in questo programma cercheremo di spiegare alcuni di questi siti tra cui :" Stretto Bahram-e Chubin, Ponte Gavmishan .

Lo stretto Bahram Chubin si trova lungo la strada che collega Dareh Shahr al Pol-Dokhtar nella regione di Ilam. Molto probabilmente i resti di questo passo risalgono alla fine dell’epoca sasanide e ai primi secoli dell’Islam e con l’abbandono della città di Seymareh andò scomparendo. Questo luogo è stato il nascondiglio e la riserva di caccia di Bahram Chubin, famoso re sasanide. E' uno degli stretti canyon più importanti, è molto elevato. Esso contiene molte opere artistiche nella parte dell’ingresso, nel frontale e nelle parti più alte. Numerose tracce di opere architettoniche sono ancora visibili come: la porta dell'ingresso, resti di scalinate in pietra sulle pareti, un ponte e uno sbarramento, qualche torre con bastioni, qualche edificio, riserve di acqua scavate a mano, un edificio di culto comprendente: una stanza centrale e due più piccole ai due lati, un luogo di riposo ecc e i materiali di costruzione dei bastioni e degli altri edifici dello stretto erano ciottoli di pietre sottili e grosse non levigati con malta di gesso e probabilmente un miscuglio di argilla e calcare. Nell’ingresso e nelle parti elevate di questa strettoia, nota come la riserva di caccia di Bahram, sono ubicate molte opere di valore storico, tra cui una scala di pietra e quattro riserve d’acqua scavate nelle dure pareti rocciose e collegate fra loro.

Un altro monumento della regione e' il Ponte Gavmishan, costruito sul fiume Seimareh سیمره a 30 km a nord-est di Darreh Shahr al confine delle due regioni Lorestān e Ilām. Questo ponte che fa parte delle costruzioni dell’epoca sasanide, è lungo circa 175 metri, largo quasi 8,2 metri e ha 6 archi. L’ampiezza dei supporti o la distanza tra essi varia tra i 2/5 e i 25 metri. La larghezza dell’arco principale di questo ponte è di 34 metri e la sua apertura con oltre 50 metri di ampiezza, è la più grande in Iran. Questo ponte ha cinque grandi archi di cui uno soltanto è rimasto intatto. I materiali principali sono i mattoni e le pietre. Le fondamenta e i supporti principali del ponte sono circolari e spessi e sono stati costruiti con grandi pietre cubiche levigate e di uguali dimensioni seguendo la tecnica “Rag Chin” (riga su riga). Anche l’interno delle fondamenta è stato riempito con pietre e malta di gesso e anche il soffitto degli archi è stato edificato in mattoni. Gli archi e i passaggi sono tutti fabbricati in mattoni e la facciata di questo ponte ha archetti chiusi e aperti e frangiflutti che tramite dei corridoi con qualche scalino si uniscono. La presenza degli scalini al centro del corridoio del pilastro centrale, dimostra che il ponte non aveva soltanto una funzione di collegamento ma veniva utilizzato anche dalle carovane come rifugio. Questo ponte fu restaurato nel 1008 (Egira lunare) dal celebre governatore dell’Ilām e in seguito nel 1334 (Egira lunare) subì danni pesanti a causa del terremoto. Gli archi in mattoni e gli altri restauri in pietra della facciata odierna del ponte, dimostrano la sua ricostruzione nel periodo degli Otābkān Lore kuchack (nome di una dinastia del Lorestān) e negli archi si nota l’opera di restauro dei periodi safavide e qajar.