Feb 14, 2023 11:00 CET

Cari amici, vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In questo programma parleremo dell'arte metalli e vetri.

 

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La fabbricazione di contenitori e recipienti zoomorfi conobbe una grande diffusione nella Persia sasanide, soprattutto sotto Cosroe I e II, quando i commerci dell’Iran raggiunsero l’India, l’Asia Minore, la Russia sud-occidentale e l’Impero romano. Sono rimasti molti bellissimi oggetti che risalgono a questo periodo, tra cui un cavallo d’argento e decorato in oro, inginocchiato a terra e con la criniera annodata sulla testa. Sopra il garrese dell’animale, sono raffigurati due busti femminili a rilievo, con abiti e corona di stile sasanide, inscritte in una cornice dorata simile a una catena. Una di esse porge la una corona, mentre l’altra la prende, e il morso dell’animale è simile agli esemplari sasanidi di bronzo o ferro trovati a Susa. Questi pezzi sono caratterizzati da un realismo sorprendente, lo stesso realismo che si trova in altre due coppe, rispettivamente a forma di testa di cavallo e di gazzella. La prima è d’oro, ha i paramenti intarsiati, e una scritta in pahlavi sasanide ci rivela il nome del suo proprietario. La testa della gazzella ha invece lunghe corna circolari, ed è conservata nella collezione privata Guennol. Le corna sono composte nel seguente modo nell’ordine:un anello d’oro, uno d’argento, uno d’oro e quattro d’argento, un d’oro e sei d’argento, con la punta piegata ancora in oro. Le orecchie dell’animale sono allungate e a punta. Al Louvre si trova inoltre un bellissimo piatto d’oro decorato con cristalli colorati e incisioni, ritrovato a Susa, e un bel ciondolo con pietre preziose, rubini e zaffiri di forma quadrata o circolare, sul cui rovescio è inciso in pahlavi il nome di Ardashir e che era probabilmente destinato ad essere appeso a una cintura.

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Un altro ciondolo d’oro a forma di cinghiale, con l’immagine a rilievo di un leone che aggredisce una vacca, nello stile dei bassorilievi di Persepoli. Sulla coscia dell’animale si aprono due ali. Il cinghiale è il simbolo di Verethragna, dio della vittoria, e si trova anche sui sigilli ufficiali reali.

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All’inizio del periodo islamico molti piatti d’oro e d’argento venivano fusi per la produzione di monete, destino che ebbero anche molti oggetti di bronzo. Eppure, se dovessimo giudicare dal mezzo busto reale conservato al Louvre, dovremmo concludere che la produzione artistica in bronzo godeva in quel periodo di ottima salute. Si tratta del mezzobusto di un re, o principe con una corona alata sormontata da una mezzaluna e una sfera, con una mezzaluna più piccola nella parte frontale e due file di perle collegate da una pietra più grande. Alcuni orientalisti ritengono, a torto, che si tratti di un’opera tarda, post sasanide; invece essa è sasanide, ritrae un giovane Piruz Shah, il cui volto è però stato rimaneggiato, traendo in inganno gli studiosi. Esiste un mezzo busto simile, incluso in una collezione privata, che rappresenta Piruz Shah giovane ed è meglio conservato del precedente. Infine, un altro oggetto ascrivibile alla stessa categoria, è la testa bronzea di una regina o principessa sasanide, che porta sulla testa una spilla e che è stata per un periodo in mano agli antiquari di Tehran. Il viso è molto semplice, e al posto delle pupille è stata incastonata una pietra preziosa; l’acconciatura è tipicamente sasanide ed è incorniciata da un diadema.

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