Iran, martire Raisi e la questione palestinese
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TEHERAN (Pars Today Italian) - Il maetire presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ebrahim Raisi, è sempre stato in prima linea nel sostenere la causa palestinese a tutti i livelli.
(last modified 2025-01-30T11:02:59+00:00 )
May 30, 2024 05:36 Europe/Rome
  • Iran, martire Raisi e la questione palestinese

TEHERAN (Pars Today Italian) - Il maetire presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ebrahim Raisi, è sempre stato in prima linea nel sostenere la causa palestinese a tutti i livelli.

Ha intensificato suoi discorsi a sostegno dei diritti del popolo palestinese e ha denunciato l’ingiustizia che gli è stata fatta dall’Occidente, in particolare gli Stati Uniti. Ciò è coerente con la politica iraniana di sostegno alla Palestina dopo la Rivoluzione Islamica in Iran. Quelli che seguono sono i discorsi e le posizioni più importanti di Ebrahim Raisi sulla Palestina negli ultimi mesi:

Unità islamica: il 1° ottobre 2023, durante la 37a Conferenza internazionale per l’unità islamica a Teheran, il defunto Presidente Raisi, ha affermato che “l’unità non è un punto di vista passeggero, ma piuttosto un sistema di pensiero centrato sulla verità”, spiegando che “Unità oggi non significa unità delle religioni o della geografia, ma significa piuttosto sinergia e solidarietà per proteggere gli interessi della nazione islamica”.

Operazione Tempesta Al-Aqsa: il 14 ottobre 2023, il presidente Ebrahim Raisi ha descritto l’operazione Tempesta Al-Aqsa lanciata dalla Resistenza palestinese nel cuore dell’entità israeliana, “come un cambiamento nelle equazioni dei sionisti e degli occidentali”.

Fallimento della guerra di terra: il 29 ottobre 2024, Ebrahim Raisi ha ritenuto che “il fallimento dei sionisti nell’operazione di terra a Gaza è stato maggiore del loro fallimento nell’operazione Tempesta Al-Aqsa”. In altre parole, ha affermato che “l’entità occupante sionista non ha ottenuto alcun risultato reale e questo è considerato un fallimento strategico”.

Le sue recenti posizioni nei confronti degli Stati Uniti d’America: il martire presidente Raisi ha ritenuto, in un’intervista televisiva, che l’America “ha inviato messaggi all’Asse della Resistenza e ha ottenuto una risposta pratica e pubblica sul campo”. Il 23 gennaio 2024, alla Conferenza internazionale di Teheran sulla Palestina, ha chiesto che gli Stati Uniti d’America e regime sionista fossero processati davanti alla Corte internazionale per crimini contro l’umanità.

Nel suo discorso per l’occasione, ha affermato: “La Palestina era e rimane la prima questione per i Paesi islamici e per tutte le persone libere nel mondo”, aggiungendo: “Ci rammarichiamo del palese sostegno degli Stati Uniti e dei Paesi occidentali ai massacri sionisti a Gaza e del silenzio e del fallimento delle istituzioni internazionali”.

Ha sottolineato che “la continuazione dell’occupazione non garantisce legittimità all’occupante, e il popolo palestinese ha il diritto di difendersi”, rilevando che l’entità israeliana ha violato più di 400 risoluzioni internazionali, sottolineando che regime occupante non ha adempiuto ai suoi obblighi riguardo ai trattati di pace e alle risoluzioni internazionali riguardanti la questione palestinese.

Il Presidente della Repubblica ha dichiarato in un’altra esposizione: “Il regime egemonico guidato dagli americani, con idee e piani malvagi, occupa la Palestina da 75 anni, commettendo molte atrocità contro il popolo palestinese ed i popoli della Regione”.

Anniversario della Rivoluzione Islamica: Nell’anniversario della commemorazione della Rivoluzione Islamica, ritengo che “la Palestina oggi è la prima questione del mondo islamico”.

Il futuro della Palestina: parlando del futuro del popolo palestinese, ha affermato: “L’Occidente e l’America non dovrebbero interferire nel futuro della Palestina, e il popolo palestinese deve decidere il proprio futuro. Tu che parli di democrazia, permetti a ogni palestinese di avere un voto. Musulmano, cristiano ed ebreo. Lascia che ogni persona abbia un voto”.

L’idea di Resistenza di fronte alla normalizzazione: una differenza tra “due punti di vista sulla questione palestinese; uno è l’idea di Resistenza e fermezza, e l’altro è la sottomissione di fronte a questa ingiustizia. Ha sottolineato che “il popolo palestinese ha sempre aspirato a opporsi all’ingiustizia”. Nel contesto del fallimento dei processi di normalizzazione, ha affermato: “Il processo di risoluzione e di normalizzazione non ha avuto e non avrà successo, e Camp David, Sharm El-Sheikh e Oslo ne sono esempi”.

L’asse del male e l’asse dell’onore: ritengo che “la guerra attuale sia uno scontro tra l’asse del male e l’asse dell’onore. Da un lato c’è un esercito in attesa di armi e bombe sempre più potenti, e dall’altra parte ci sono bambini a cui manca un boccone di pane”.

Queste posizioni confermano la solidità del volto del martire Presidente della Repubblica, Ebrahim Raisi, di fronte sia all’entità israeliana che ai suoi sostenitori occidentali, guidati dagli Stati Uniti, che è in armonia con la visione della Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, l’ Ayatollah Sayyed Ali Khamenei. Nei suoi discorsi e nei suoi incontri ha anche chiarito il suo assoluto sostegno alla Palestina e alla centralità di Tempesta Al-Aqsa, concludendo così la sua vita con una lunga serie di posizioni onorevoli sul piano della questione palestinese e delle questioni del mondo islamico.

 

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