Paesi Islamici e Arabi e la loro posizione unitaria contro i crimini israeliani a Gaza
(last modified Wed, 13 Nov 2024 10:37:06 GMT )
Nov 13, 2024 11:37 Europe/Rome
  • Paesi Islamici e Arabi e la loro posizione unitaria contro i crimini israeliani a Gaza

ِDue giorni fa, a Riyad si è tenuta una sessione straordinaria dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI) e della Lega Araba per sostenere la causa palestinese.

Al termine dell'incontro, i Paesi islamici hanno assunto una posizione unanime per condannare i crimini del regime sionista il quale continua a perpetrare atti di genocidio contro Gaza e crimini contro il Libano. Uno dei motivi che ha consentito a Israele di proseguire con tali crimini senza precedenti è l'inerzia e la mancanza di azione concreta dei Paesi islamici di fronte a questi eventi.

Negli ultimi 14 mesi, i Paesi islamici e arabi non hanno intrapreso azioni significative a sostegno del popolo di Gaza e, negli ultimi 43 giorni, non hanno fornito adeguato supporto al Libano. Questa politica di immobilismo, unita alla passività della comunità internazionale e all'inefficacia del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha permesso al regime sionista di proseguire indisturbato nei suoi crimini contro Gaza e il Libano, senza avere alcun timore di dover affrontare alcuna punizione.

La riunione straordinaria dell'OCI e della Lega Araba, tenutasi ieri in Arabia Saudita, può essere considerata un'iniziativa diplomatica positiva a sostegno di Gaza e del Libano. L'Iran aveva proposto di convocare una sessione di emergenza dell'OCI, proposta che, con il contributo dell'Arabia Saudita, è stata ampliata in una sessione congiunta tra OCI e Lega Araba.

L'obiettivo dichiarato della riunione era quello di discutere una posizione unitaria per fermare le aggressioni del regime sionista contro Gaza e il Libano. I Paesi partecipanti hanno sottolineato la necessità di garantire i diritti dei rifugiati palestinesi, rivendicando il loro diritto a tornare nella propria terra. Hanno inoltre riaffermato che la questione palestinese è una causa giusta, come quelle di tutti i popoli che lottano per liberarsi dall’occupazione.

La dichiarazione finale dell'incontro ha espresso una ferma opposizione agli sforzi del regime sionista per ebraicizzare Gerusalemme Est cancellando l’identità multietnica di questa città santa e per consolidare l'occupazione della città, dichiarando Gerusalemme una "linea rossa" per le nazioni islamiche e arabe.

Inoltre, i partecipanti hanno condannato le azioni ostili di Israele contro l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e il Lavoro dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA). Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, ha sottolineato: "Condanniamo il divieto imposto sulle attività dell'UNRWA nei territori palestinesi e l'ostruzionismo verso le organizzazioni umanitarie." Questa presa di posizione dimostra come i Paesi islamici e arabi stiano prestando attenzione a tutti gli aspetti dei crimini commessi dal regime sionista a Gaza.

Inoltre, i Paesi presenti alla riunione di Riyad hanno condannato l'indifferenza e l’impassibilità della comunità internazionale nei confronti dei crimini di Israele, considerandola una delle cause principali della loro continua perpetrazione.

In questo contesto, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha dichiarato: "L’aggressione israeliana contro Gaza, la Cisgiordania e il Libano prosegue da oltre un anno nel silenzio internazionale. Condanniamo fermamente l'uccisione di civili nella Striscia di Gaza."

Se la posizione politica assunta dai Paesi islamici e arabi contro i crimini israeliani si tradusse in azioni concrete, si potrebbe sperare che Israele cessi le sue violenze. Una risposta pratica rafforzerebbe infatti l'isolamento politico di Israele in Asia occidentale e ne accentuerebbe nuovamente la resistenza contro l'arroganza israeliana.

 

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