Il riconoscimento europeo del genocidio a Gaza
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Dopo mesi di indagini, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto contro Benjamin Netanyahu e Yoav Galant per crimini di guerra a Gaza.
(last modified 2024-11-24T10:21:11+00:00 )
Nov 24, 2024 11:21 Europe/Rome
  • Il riconoscimento europeo del genocidio a Gaza

Dopo mesi di indagini, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto contro Benjamin Netanyahu e Yoav Galant per crimini di guerra a Gaza.

Secondo questo mandato, i due criminali israeliani sono ricercati in 120 Paesi membri della CPI. La decisione ha generato reazioni contrastanti a livello globale.

Gli Stati Uniti e i Paesi europei, alleati strategici di Israele, hanno risposto in modo differente al mandato contro Netanyahu e Galant. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito "ingiusta" la decisione della CPI, sottolineando il sostegno incondizionato a Israele.

Gli Stati Uniti hanno recentemente bloccato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza, nonostante 14 membri del Consiglio su 15 avessero votato a favore. Con questo veto, Washington ha indirettamente sostenuto il proseguimento delle uccisioni di massa dei palestinesi.

Gli Stati Uniti non aderiscono alla CPI per evitare che i propri soldati e ufficiali possano essere processati per crimini di guerra. Washington ha persino firmato accordi bilaterali con alcuni Paesi per garantire l'immunità ai propri militari.

I Paesi europei, pur sostenendo il regime israeliano, hanno reagito in modo più moderato. Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri, ha affermato che il mandato è vincolante e che i Paesi membri dell'UE lo rispetteranno. Anche il governo britannico ha dichiarato il proprio rispetto per l'indipendenza della CPI, pur riaffermando il diritto di Israele “all'autodifesa”.

Le posizioni europee riflettono la pressione dell'opinione pubblica occidentale, che è sempre più solidale con il popolo palestinese e critica verso i crimini sionisti. La causa della resistenza palestinese ha raggiunto una dimensione globale, rendendo difficile per l'Occidente ostacolare il sostegno alla Palestina.

Il mandato della CPI rappresenta una svolta storica nella questione israeliana, nonostante il sostegno incondizionato degli Stati Uniti e dell'Europa al regime sionista. Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha definito la decisione della CPI un "punto di svolta storico".

 

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