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Perché i paesi europei sostengono l'islamofobia?
Pars Today- Nel quadro delle politiche islamofobe nei paesi occidentali, Rasmus Paludan, leader del partito di estrema destra danese Stram Kurs (Via Dura), ha nuovamente compiuto un atto offensivo bruciando una copia del Sacro Corano.
Questo gesto è avvenuto pochi giorni dopo l'uccisione di Salwan Momika, un rifugiato cristiano iracheno in Svezia. Momika, che aveva ottenuto asilo in Svezia, l'anno scorso aveva ripetutamente profanato il Corano con atti di oltraggio e roghi pubblici, suscitando indignazione e condanna da parte dei musulmani in Svezia e nel mondo.
Ora, pochi giorni dopo l'uccisione di Momika, l'azione offensiva è stata ripetuta da Rasmus Paludan. Il quotidiano svedese Aftonbladet ha riferito che questo politico danese ha nuovamente insultato il Corano, nonostante la polizia danese avesse precedentemente vietato tali atti in seguito all'uccisione di Momika.
Negli ultimi anni, l’islamofobia si è intensificata nei paesi europei, con alcuni governi che hanno addirittura sostenuto questa politica attraverso leggi e provvedimenti. Tra questi si alcuni provvedimenti contro il velo nei paesi come Francia, Germania e Austria, le molestie alle donne che indossano il velo islamico in Francia e in altre nazioni europee, la diffusione dell'odio contro i musulmani e l’uso dei media per inculcare la falsa idea che i musulmani sono terroristi e la concessione di profanazione del Corano in paesi come la Svezia. Tutto ciò ha creato un ambiente sempre più ostile e insicuro per i musulmani in Europa.
Mentre adottano queste politiche discriminatorie, i paesi occidentali affrontano gravi crisi morali, religiose e sociali. Queste difficoltà hanno contribuito all'ascesa dei partiti di estrema destra in molte nazioni europee.
Infatti, il rafforzamento di queste forze politiche è il risultato del fallimento dei partiti al governo nel gestire crisi economiche e sociali, aumentando così il peso politico e l'influenza dei movimenti estremisti, che promuovono posizioni anti-immigrati e islamofobe.
I partiti di estrema destra in Europa vedono la presenza dei musulmani come una minaccia per l'identità nazionale e ritengono che i principi dell'Islam siano incompatibili con i valori della società europea. Per questo motivo, chiedono misure restrittive sempre più severe nei confronti delle comunità musulmane.
D'altra parte, la crescita della popolazione musulmana in Europa ha portato a un aumento dell’interesse verso l’Islam. Questo fenomeno è visto con preoccupazione da questi partiti, che negli ultimi anni hanno fatto pressione sui governi per approvare leggi anti-immigrazione, organizzare episodi di violenza contro i musulmani e imporre restrizioni sull'abbigliamento e sui simboli religiosi. Il sostegno alla profanazione del Corano rientra in questa strategia.
Queste azioni contraddicono le continue proclamazioni dei paesi europei di difendere la libertà di espressione, i diritti individuali e i diritti umani. Tuttavia, il loro approccio è chiaramente ipocrita, poiché si attengono a questi principi solo quando è conveniente per i loro interessi o quelli dei loro alleati.
A tal proposito, il portavoce delle Nazioni Unite, Farhan Haq, ha recentemente ribadito l'importanza della libertà di espressione come diritto umano fondamentale, sottolineando però che la profanazione dei testi sacri, dei luoghi di culto e dei simboli religiosi è inaccettabile e può scatenare violenze.
Il ripetersi delle offese al Corano dimostra che i paesi occidentali, nonostante le loro pretese sui diritti umani, adottano un approccio ingiusto e tollerano, se non addirittura promuovono, l'islamofobia.
Nel frattempo, l'Europa si trova ad affrontare gravi crisi economiche, politiche e di sicurezza, con un crescente malcontento sociale. Le loro affermazioni sulla difesa della libertà risultano sempre meno credibili, soprattutto alla luce delle politiche discriminatorie nei confronti dei musulmani. In questo contesto, tali azioni non fanno altro che alimentare ulteriormente il ciclo di violenza e divisione.
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