Continua il progetto repressivo negli Stati Uniti: l’espulsione degli studenti internazionali pro-Palestina
(last modified Sun, 13 Apr 2025 04:39:52 GMT )
Apr 13, 2025 06:39 Europe/Rome
  • Continua il progetto repressivo negli Stati Uniti: l’espulsione degli studenti internazionali pro-Palestina

Pars Today– La repressione e le minacce nei confronti degli studenti sostenitori della causa palestinese continuano nelle università degli Stati Uniti, una questione che ha destabilizzato il sistema d’istruzione del paese.

Centinaia di studenti stranieri e decine di università in tutti gli Stati Uniti sono stati presi di mira con l’espansione del piano del governo di Donald Trump volto a reprimere gli studenti pro-Palestina, tanto che molti studenti internazionali si sono visti annullare il visto anche per infrazioni minori, come violazioni del codice stradale. Inoltre, le università americane sono costrette a verificare costantemente i dati migratori degli studenti per assicurarsi che abbiano ancora il permesso di soggiorno nel paese.

Il giornale The Hill, citando il sito americano Inside Higher Ed, che si occupa di notizie, analisi e soluzioni riguardanti l’istruzione superiore, ha riportato che il numero di università e college americani che hanno registrato l’annullamento dei visti per studenti ha superato gli 80 casi.

L’espulsione e le minacce nei confronti degli studenti nelle università americane si sono intensificate, nonostante gli Stati Uniti si siano presentati per decenni come garanti delle libertà politiche, sociali e dei diritti umani nel mondo; una pretesa che si è rivelata vuota, specialmente negli ultimi mesi, con l’arrivo al potere del presidente Donald Trump. Negli ultimi mesi, studenti e università americani sono stati sottoposti a forti pressioni e minacce di tagli ai fondi, per costringerli ad attuare le politiche volute dal governo, in particolare riguardo alla questione palestinese.

Di fatto, negli ultimi tempi non è solo la libertà di espressione a essere stata messa sotto attacco, ma anche i principi scientifici e umanitari su cui si fonda l’università. Tra questi, gli studenti internazionali affrontano le conseguenze più gravi: centinaia di studenti stranieri, molti dei quali sostenitori della causa palestinese, sono sottoposti a pressioni di natura securitaria. Annullamento dei visti, minacce di espulsione e stretta sorveglianza sulle attività politiche e sociali sono parte di un processo che coinvolge più di 80 università. Miriam Feldblum, presidente dell’Associazione dei Rettori per l’Istruzione Superiore e l’Immigrazione, ha sottolineato che la mancanza di linee guida chiare da parte del governo Trump e la sua palese inosservanza delle procedure legali hanno messo le università in una situazione molto difficile.

Quello che oggi sta accadendo nel mondo accademico americano riflette una struttura repressiva radicata nel sistema statunitense. Non è infatti la prima volta che si verificano episodi simili: già nel 1968, presso la Columbia University, studenti in protesta contro il coinvolgimento dell’università nei progetti militari e il suo sostegno alle politiche bellicose in Vietnam e all’apartheid in Sudafrica furono brutalmente repressi dalla polizia antisommossa, con arresti e pestaggi. Questo schema si è ripetuto più volte: dalle proteste contro la guerra in Iraq fino alle recenti manifestazioni a favore della Palestina. Anche oggi, gli studenti che hanno osato esprimere solidarietà al popolo palestinese e condannare i crimini israeliani a Gaza sono diventati bersagli.

D’altro canto, il silenzio di molte università di fronte a questa nuova ondata repressiva è esso stesso un segno del collasso etico dell’istruzione superiore negli Stati Uniti. Molte istituzioni accademiche, per paura dei tagli ai finanziamenti, delle minacce politiche o della pressione dell’opinione pubblica, preferiscono restare in silenzio, e in certi casi arrivano addirittura a collaborare con queste politiche. In tutto ciò, la pressione sugli studenti stranieri, in particolare asiatici e africani, è ancora più intensa, mostrando chiaramente il razzismo sistematico che permea persino il sistema educativo americano.

La repressione degli studenti pro-Palestina negli Stati Uniti non è più solo una crisi accademica o migratoria: è diventata un simbolo del crollo delle pretese morali, umanitarie e civili dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti.

 

 

 

 

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