Qual è l’obiettivo dell’Unione Europea nell’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran?
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Pars Today – In linea con gli Stati Uniti, durante il secondo mandato presidenziale di Donald Trump, l’Unione Europea ha adottato una politica di intensificazione delle pressioni contro l’Iran in vari ambiti, con l’obiettivo di costringere Teheran a piegarsi alle assurde pretese dell’Occidente.
(last modified 2025-10-16T11:08:00+00:00 )
Lug 16, 2025 12:21 Europe/Rome
  • Qual è l’obiettivo dell’Unione Europea nell’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran?

Pars Today – In linea con gli Stati Uniti, durante il secondo mandato presidenziale di Donald Trump, l’Unione Europea ha adottato una politica di intensificazione delle pressioni contro l’Iran in vari ambiti, con l’obiettivo di costringere Teheran a piegarsi alle assurde pretese dell’Occidente.

Nel più recente passo in questa direzione, martedì 15 luglio, l’Unione Europea ha imposto sanzioni a 8 persone e 1 ente, con il pretesto di questioni legate ai diritti umani in Iran. L’UE ha sostenuto che queste persone, in rappresentanza dell’Iran, sarebbero responsabili di gravi violazioni dei diritti umani al di fuori del Paese. Secondo il comunicato, i beni delle persone e degli enti sanzionati saranno congelati, e aziende e cittadini europei avranno il divieto di avere rapporti finanziari con loro. Inoltre, le persone fisiche sanzionate non potranno viaggiare nei Paesi membri dell’UE, né entrare né transitare nel loro territorio.

In risposta a queste nuove sanzioni, la Repubblica Islamica dell’Iran ha definito le accuse sui diritti umani mosse dall’UE un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalla questione più importante del momento: il genocidio del popolo palestinese e la guerra scatenata dal regime sionista nella regione dell’Asia Occidentale.

Nonostante le affermazioni dell’UE riguardo a una reazione significativa contro i crimini del regime sionista a Gaza, di fatto non è stata intrapresa alcuna azione concreta. Durante la riunione dei ministri degli Esteri dell’UE martedì 15 luglio a Bruxelles, è stata discussa la sospensione dell’accordo di cooperazione con Israele e l’eventualità di sanzioni, ma nessuna delle misure proposte, tra cui la sospensione dell’accordo commerciale, l’embargo sulle armi o restrizioni sui visti, è stata approvata. Ciò evidenzia il carattere puramente propagandistico delle critiche dell’UE a Israele e la sua collusione concreta con questo regime nella repressione e nell’uccisione dei palestinesi.

In questo contesto, Amnesty International ha condannato la decisione dell’UE di non sospendere l’accordo commerciale preferenziale con Israele, definendola “un tradimento crudele e illegale” del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi. Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha dichiarato martedì in un comunicato: «Il rifiuto dell’UE di sospendere l’accordo di cooperazione con Israele è un tradimento crudele e illegale dei principi dell’Unione Europea, del diritto internazionale, della lotta contro l’autoritarismo, delle norme dell’UE stessa e dei diritti umani del popolo palestinese.»

L’approccio dell’UE e della troika europea (Germania, Francia e Regno Unito) nei confronti dell’Iran si basa da un lato sulla piena cooperazione con gli Stati Uniti per aumentare la pressione su Teheran, e dall’altro sulla minaccia di attivare il “meccanismo del grilletto” (ripristino automatico delle sanzioni) per costringere l’Iran a sottomettersi alle pretese eccessive dell’Occidente, che oggi includono non solo la sospensione dell’arricchimento dell’uranio, ma anche la limitazione delle capacità missilistiche e delle politiche regionali iraniane di sostegno all’asse della Resistenza.

Nella più recente dichiarazione della troika, Jean Noel Barrot, ministro degli Esteri francese, ha affermato, prima della riunione del Consiglio Affari Esteri dell’UE di martedì, che la troika europea, in assenza di progressi tangibili nei negoziati sul nucleare, attiverà al massimo entro la fine di agosto 2025 il meccanismo del grilletto per il ripristino delle sanzioni ONU contro l’Iran. Barrot ha dichiarato: “Chiediamo all’Iran di riprendere la cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica”.

L’attivazione di tale meccanismo riattiverebbe automaticamente tutte le precedenti sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sospese dieci anni fa, comprese quelle contro i settori dell’industria militare, finanziaria, bancaria e nucleare dell’Iran. Germania, Francia e Regno Unito intendono attuare congiuntamente questo meccanismo, e molti esperti lo considerano l’ultimo avvertimento dell’Europa prima di un’escalation delle pressioni su Teheran.

Questo nuovo passo della troika europea avviene nonostante il fatto che, dopo l’uscita degli Stati Uniti dal JCPOA nel maggio 2018, l’Europa non abbia mantenuto le promesse fatte all’Iran per attenuare gli effetti delle sanzioni primarie e secondarie di Washington. Anzi, l’UE ha semplicemente chiesto all’Iran di rispettare i propri impegni, senza offrire nulla in cambio.

Con l’avvio dei negoziati indiretti tra Iran e Stati Uniti, l’Europa, sentendosi isolata e umiliata da Donald Trump, ha cercato di riguadagnare un ruolo nella questione nucleare iraniana proponendo l’attivazione del meccanismo del grilletto. La Francia è stata tra i promotori principali di questa mossa, che ha portato, insieme a Germania, Regno Unito e Stati Uniti, all’approvazione di una risoluzione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica contro l’Iran.

Tutto ciò avviene mentre la ripresa dei colloqui indiretti tra Iran e Stati Uniti rimane ancora avvolta nell’incertezza. Le autorità iraniane, in più occasioni, hanno messo in guardia l’Occidente che qualsiasi azione unilaterale della troika europea riceverà una risposta adeguata da Teheran, inclusa la possibilità di uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP).