Scopri l’Iran (2): Khuzestan
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Pars Today- Khuzestan è la regione dell’arcobaleno delle etnie e delle culture, che con i suoi dialetti, musiche, usanze e piatti tradizionali offre un’immagine vivace della popolazione iraniana.
(last modified 2025-08-10T04:40:59+00:00 )
Ago 10, 2025 06:36 Europe/Rome
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Pars Today- Khuzestan è la regione dell’arcobaleno delle etnie e delle culture, che con i suoi dialetti, musiche, usanze e piatti tradizionali offre un’immagine vivace della popolazione iraniana.

Fin dall’antichità, Khuzestan è stata dimora di varie tribù e popolazioni. Un mosaico etnico che va dagli Arabi e i Bakhtiari, fino ai Lori, Shooshtari, Dezfouli, Behbahani, i turchi Qashqai e altri gruppi. Tuttavia, in mezzo a questa grande varietà culturale, due gruppi principali, i Bakhtiari e gli Arabi, costituiscono la maggioranza, ciascuno con una storia ricca e colorata.

I Bakhtiari sono uno dei più grandi rami del popolo Lor, diffusi nel sud ovest dell’Iran, e parlano il dialetto Lori Bakhtiari. Il popolo Lor è suddiviso in due rami principali: Chahar Lang e Haft Lang, ciascuno ulteriormente suddiviso in clan e sottogruppi, una struttura risalente al 16esimo secolo.

I Bakhtiari vivono da millenni a Khuzestan e nelle zone circostanti, e sono presenti in città come Ahvaz, Abadan, Masjed Soleyman, Haftkel, Izeh, Baghmalek e in molte altre aree, contribuendo in modo significativo alla storia e alla cultura della provincia.

Accanto ai Bakhtiari, gli Arabi del Khuzestan hanno una presenza antica e rilevante nella regione. Erano già stanziati qui secoli prima dell’arrivo dell’Islam, e il loro ruolo come alleati dell’Impero Persiano è visibile persino nei bassorilievi achemenidi a Persepoli. In epoca moderna, prima della guerra Iran-Iraq, la popolazione araba era concentrata in città come Shadegan, Susangerd, Hoveyzeh, Khorramshahr e Abadan, ma dopo il conflitto si sono diffusi anche in altre località della provincia.

La storia degli Arabi del Khuzestan può essere suddivisa in due periodi: Il primo va dall’inizio fino alla metà del nono secolo dell’Egira (15simo secolo d.C.), intrecciato con la storia dei governi islamici.

Il secondo, dal 845 dell’Egira (circa 1441 d.C.) a oggi, rappresenta la fase della loro identità nazionale ed etnica, durante la quale hanno svolto un ruolo importante nella difesa dei confini iraniani, nel contrasto alle trame dei separatismi, nella Rivoluzione Islamica e nella guerra imposta dall’Iraq.

Con la scoperta del petrolio a Khuzestan e la costruzione della ferrovia e dell’industria petrolifera, vi fu bisogno delle forze specializzate, il che portò migranti da Fars, Isfahan, Markazi e Bushehr a stabilirsi in questa regione.

Anche questi lavoratori hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo di Khuzestan. In Abadan, inoltre, si insediarono migranti provenienti da paesi arabi vicini, dall’India, dal Pakistan e dalla Birmania, il che ha ulteriormente arricchito la cultura locale.

La varietà etnica e culturale ha dato vita a usanze e rituali particolari in Khuzestan, talvolta simili e talvolta diversi da quelli del resto dell’Iran.

Per esempio, come nel resto del paese, la gente celebra tutte le festività nazionali e religiose, tra cui il Nowruz (Capodanno Persiano), con riti come il Chaharshanbe Suri, la preparazione del sofreh Haft Sin, l’uso di abiti nuovi e le visite ai parenti. Tuttavia, la festività del Sizdah Bedar (il tredicesimo giorno del Nowruz), che altrove si celebra in un giorno, qui dura due giorni: uno il tredicesimo giorno del Nowruz e l’altro il tredicesimo giorno dopo la fine delle vacanze.

Un’usanza specifica delle aree arabe è il rituale del Garghi’an, una celebrazione durante il Ramadan in cui i bambini girano per le strade cantando canzoni tradizionali e ricevono doni e dolci dagli abitanti delle case.

Un’altra caratteristica della provincia, derivante dalla sua diversità etnica, è la varietà linguistica e dialettale. Le ricerche indicano che l’antica lingua di Khuzestan era l’Elamita, oggi estinta da oltre 3000 anni. In seguito si diffusero il sumero e il semitico, e durante l’epoca achemenide il khuzi era la lingua ufficiale.

Oggi, la popolazione parla dialetti come il dezfuli, shooshtari, behbahani, ramhormozi e abadanese. Alcuni, come il dezfuli e il behbahani, appartengono al ramo persiano; altri, come lo shooshtari e il ramhormozi, a quello arabo. L’abadanese è un mix di arabo, persiano e dialetti locali. Anche il turco, il curdo e il lori sono ampiamente parlati.

La musica è un aspetto culturale fondamentale e riflette questa diversità.

Nelle zone arabe, la musica è influenzata dai maqam arabi ed è simile a quella del sud dell’Iraq. I Bakhtiari hanno invece una musica peculiare che accompagna cerimonie di gioia o lutto, eseguita con strumenti tradizionali come dohol, karna, sorna, ney shitt, ney haft-band e kamancheh. Pur semplice e sobria, la musica bakhtiari ha caratteristiche proprie e differisce dalla musica persiana classica, soprattutto nel canto e nel linguaggio.

Con l’introduzione di strumenti musicali come il tar, anche la musica vocale della regione ha acquistato nuovo colore e vitalità.

Passando dalla musica in quanto il cibo per l’anima, al cibo per il corpo, Khuzestan offre una straordinaria varietà culinaria. Gli abitanti hanno piatti estivi e invernali specifici: d’estate si offrono agli ospiti bevande come sciroppo di amarena, sekanjebin e sciroppo allo zafferano; d’inverno, datteri e pasta di sesamo. I latticini sono molto consumati, e il ranginak, un dolce energetico a base di datteri, accompagna pranzi e cene.

Tra i piatti più celebri c’è la ghalieh mahi, uno stufato di pesce piccante e aspro, preparato con pesce fresco, tamarindo, erbe aromatiche come ghishniz e shanbalileh e spezie del sud, servito con riso. Simboleggia la cucina del sud dell’Iran.

Il falafel di Abadan è uno dei cibi di strada più famosi, conosciuto anche fuori provincia. Preparato con ceci ammollati, aglio, cipolla e spezie, viene fritto in palline e servito con pane speciale da sandwich, sottaceti, cetriolini e una salsa piccante. Economico, gustoso e facile da servire, è amatissimo da turisti e abitanti: impossibile visitare Abadan e non mangiarne almeno uno!

Il vestiario, infine, è un linguaggio silenzioso che esprime cultura e identità. Le etnie di Khuzestan continuano a usarlo come simbolo di appartenenza.

Le donne bakhtiari indossano abiti colorati e foulard bianchi chiamati lachak, decorati con ornamenti detti buna, con acconciature che donano loro uno stile unico. Gli uomini bakhtiari portano cappelli distintivi che indicano lo status sociale.

Gli uomini arabi vestono il dishdasha bianco con keffiyeh o chafyeh sul capo, mentre le donne portano un chador nero o aba e lunghe sciarpe chiamate shila.

Una delle cerimonie più affascinanti è il Dalleh, l’arte del servire caffè tra gli Arabi di Ahvaz. È un rito sociale importante, tanto da essere registrato tra i beni culturali nazionali dell’Iran. Il dalleh, una caffettiera simbolica in rame, viene usata per preparare il caffè arabo e servito durante raduni familiari e cerimonie in appositi saloni chiamati mozif.

Nel rituale, l’ospite tiene il dalleh nella mano sinistra e la tazzina nella destra, servendo in piedi, con un leggero inchino. Il servizio inizia da destra, ma se è presente una persona importante, si comincia da lei. Il gesto di prendere la tazzina con la mano destra e il movimento della mano per indicare che non si desidera altro caffè sono parte essenziale delle usanze locali.

Oltre alla natura e cultura, Khuzestan è ricca di prodotti tipici, specchio dell’arte e della storia locali. I datteri sono il souvenir più famoso del sud dell’Iran, abbondanti a Shooshtar, Dezful, Abadan e Khorramshahr, noti per la qualità eccellente e usati anche nei dolci tipici.

Anche il halva di zucchero e il tahini di Shooshtar sono prelibatezze locali con radici nelle tradizioni culinarie della regione.

Infine, l’artigianato locale include il “Kapu”, la tessitura di cesti tradizionali con foglie di palma, prodotti principalmente a Dezful, utili sia come oggetti decorativi che funzionali.