Scopri l’Iran (4): Khuzestan
Pars Today- Intraprenderemo insieme un viaggio nella provincia del Khuzestan: una terra che racchiude in sé una storia antichissima, una cultura variegata, capolavori di ingegneria e una natura incontaminata.
Dallo ziggurat di Chogha Zanbil e la città antica di Susa, fino ai sistemi idraulici di Shushtar e alla prestigiosa università di Jundi Shapur, ogni angolo di questa regione racconta storie affascinanti e custodisce un prezioso patrimonio.
Khuzestan è una provincia che, per clima e cultura, presenta una straordinaria diversità e un’eredità di inestimabile valore, da sempre al centro dell’attenzione sia del popolo iraniano sia degli appassionati di storia in tutto il mondo. Le sue attrazioni non si limitano ai soli reperti archeologici, ma comprendono anche capolavori di ingegneria, progressi scientifici e una natura selvaggia e unica.
Nel sud-ovest dell’Iran, vicino all’antica città di Susa, si erge un monumento immortale con oltre 3.200 anni di storia: Chogha Zanbil, uno ziggurat maestoso, simbolo della cultura e dell’arte raffinata degli Elamiti.
Il termine Chogha Zanbil significa “collina a forma di cesto”. Si tratta di uno dei più grandi ziggurat rimasti al mondo: una costruzione a gradoni simile a una scala verso il cielo, edificata come tempio per il culto delle divinità.
Fu fatto costruire dal potente re elamita Untash Gal per onorare gli dei e celebrare la grandezza della sua civiltà. La struttura, realizzata in mattoni cotti e crudi, comprendeva all’interno di tre cinte murarie concentriche, non solo il tempio principale, ma anche palazzi, tombe reali e persino un antico impianto di filtraggio delle acque.
In origine era fatto su cinque piani, dei quali oggi ne restano tre. L'edificio misura circa 105 per 105 metri quadrati, con un’altezza di 52 metri: un’opera straordinaria per quell’epoca.
Al livello superiore si trovava un tempio dedicato al dio Inshushinak, protettore e custode della città di Susa. Gli Elamiti credevano che da lì la divinità ascendesse al cielo per poi tornare sulla terra.
Sulle mattonelle sono incisi testi in caratteri cuneiformi (Mikhi) elamici e accadici (Akdi) che riportano messaggi politici e religiosi del tempo.
Un aspetto notevole del complesso è il suo sofisticato sistema idrico: accanto allo ziggurat si trova la più antica stazione di filtraggio dell’acqua in Iran. Per garantire l’approvvigionamento idrico, il re ordinò la costruzione di un canale lungo 45 km che guidava l’acqua dal fiume Karkheh fino al tempio, passando per diversi insediamenti. L’acqua veniva depurata secondo calcoli matematici fondati sui principi pitagorici.
Un sistema fatto di una rete di canali proteggeva inoltre l’edificio dalle piogge torrenziali del Khuzestan. Le porte monumentali, tra cui quella sud orientale con ancora visibili le tracce lasciate dai carri, testimoniano l’avanzata architettura dell’epoca.
Oggi Chogha Zanbil rimane un simbolo unico di arte, fede e ingegneria degli Elamiti, che continua ad affascinare viaggiatori e studiosi.
Proseguendo il viaggio si giunge a Susa (Shush), una delle città più antiche del mondo, risalente al 15esimo millennio a.C., situata a circa 115 km a nord ovest di Ahvaz.
Il nome Susa (Shush) significa “città bella, serena e delicata”, appellativo che ben si addice a questo luogo millenario.
Fu un centro fondamentale della civiltà elamita e divenne capitale invernale dell’impero achemenide. Fin dal 15esimo millennio a.C., Susa era nota come fulcro artistico, commerciale, industriale e politico.
Oggi la città somiglia a un immenso museo a cielo aperto, che racchiude testimonianze dell’epoca preistorica, storica e islamica dell’Iran.
Il sito archeologico di Susa è stato iscritto nel 1979 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO. Comprende edifici come il palazzo di Shaur, il palazzo Apadana, la porta orientale, l’Hadish, la “Quindicesima Città”, il villaggio achemenide, la moschea Jameh e la cosiddetta fortezza francese.
Il palazzo Apadana, costruito per ordine di Dario il Grande, è uno dei più grandiosi: con 36 colonne, 110 stanze e 6 cortili, si estende su oltre 10.000 m cubi.
Un altro luogo venerato è il mausoleo del profeta Daniele, chiamato il “profeta della pioggia”. Dopo la sua morte, il corpo fu inizialmente mummificato e conservato a Susa, per poi essere trasferito in un santuario per volere dell’Imam Ali, Pace su di lui.
La collina dell’Acropoli di Susa racchiude strati archeologici di epoche diverse: elamita, achemenide, seleucide, partica, sasanide e islamica.
Tra i reperti rinvenuti figurano la statua della regina Napirasu, la stele del Codice di Hammurabi e ceramiche antichissime. Il Museo di Susa, con 6 sale, espone tesori provenienti dagli scavi di Chogha Zanbil e Susa stessa.
Il palazzo di Shaur (o palazzo di Ardeshir), costruito vicino al fiume Shaur, con 64 colonne e un’architettura affine a quella dell’Apadana, costituisce un altro sito importante.
Parlando delle meraviglie del Khuzestan, non si può tralasciare il complesso idraulico di Shushtar, un’opera straordinaria di ingegneria antica dichiarata patrimonio mondiale UNESCO.
Si tratta del più grande complesso industriale nato prima della rivoluzione industriale, comprendente 13 elementi collegati: ponti, dighe, mulini, cascate, canali e tunnel idrici che funzionano come un sistema idraulico unitario.
Le origini risalgono all’epoca achemenide, con successive estensioni sotto i Sasanidi. Secondo le fonti, i principali costruttori furono soldati romani catturati dall’imperatore sasanide Shapur Primo.
Questa ingegneria avanzata permise di controllare il flusso delle acque, sostenendo l’agricoltura e la vita della regione.
Oltre all’utilità pratica, il complesso regala paesaggi suggestivi, con mulini e cascate artificiali che impreziosiscono il cuore storico di Shushtar.
Il sistema funzionava così: la diga di Gargar sbarrava il fiume, convogliando l’acqua in tre tunnel scavati nella roccia. Dopo aver azionato i mulini, l’acqua cadeva come spettacolari cascate in una grande vasca naturale.
Il complesso garantiva acqua anche durante i periodi di siccità.
Khuzestan non è solo terra di antiche civiltà: la sua natura offre scenari spettacolari che rigenerano lo spirito.
L'isola di Kushk, a nord est di Masjed Soleyman, è un esempio delle sue bellezze naturali. Con paesaggi incontaminati, copertura vegetale ricca e buone infrastrutture turistiche, accoglie ogni anno numerosi visitatori.
Le attività più praticate includono escursionismo, ciclismo, arrampicata, escursionismo nelle grotte, trekking e gite in barca.
Per chi cerca un’esperienza rilassante, da non perdere è la palude di Hoor al Azim, al confine tra Iran e Iraq: la più grande palude di confine dell’Iran, habitat di centinaia di specie di uccelli migratori, soprattutto in primavera e autunno.
Navigare tra i canali, osservare gli uccelli colorati e ascoltare il silenzio della natura regala un’esperienza indimenticabile. L’aria umida e piacevole accresce il fascino del luogo, rendendolo ideale per fotografi e amanti dell’ambiente.
Oltre alle meraviglie naturali e storiche, Khuzestan vanta anche attrazioni culturali. Tra queste, la celebre università di Jundi Shapur, considerata uno dei più antichi centri di istruzione e ricerca del mondo.