L’Iran invia benzina al Venezuela: ma per «la Repubblica» è una minaccia
di Davood Abbasi
Prima raccontiamo i fatti. Il governo legittimo e democraticamente eletto del Venezuela, guidato dal presidente Nicolas Maduro, è sotto sanzioni economiche asfissianti. Lo stesso vale per l’Iran, che tra l’altro non le dovrebbe sopportare, perchè ha firmato l’accordo nucleare JCPOA; peccato che però Donald Trump si è ritirato, mancando agli impegni assunti dal suo paese. Due popolazioni quindi punite nel peggiore dei modi; due popoli, quelli di Iran e Venezuela, che non possono nemmeno procurarsi le medicine, nel bel mezzo della pandemia del coronavirus.
Per via della grave penuria di benzina in Venezuela, 72 giorni fa, l’Iran ha deciso di inviare 5 petroliere piene di benzina in Venezuela, per far fronte alla carenza di carburante nella nazione. La prima è già arrivata. I venezuelani sono felici.
C’è qualcosa di illegale in tutto ciò?
Ieri abbiamo trovato un altro dei capolavori di politica estera sul sito del quotidiano la Repubblica che ancora una volta si distingue per grande correttezza. Vediamo perchè.
L’articolo s’intitola “L'Iran sfida (???) Trump e manda cinque petroliere in Venezuela”.
L’articolo inizia così: “La prima delle cinque navi petroliere iraniane è approdata in Venezuela, altre quattro sono in arrivo nell'Atlantico: è l'ultima sfida del regime degli ayatollah contro l'embargo di Donald Trump.”
L’Iran, una nazione che è sempre stata amica dell’Italia, e dove al contrario di molte nazioni del Medioriente si tiene una elezione all’anno (tra elezioni presidenziali, parlamentari, consigli comunali e consiglio degli esperti), perchè viene detta regime?
Il sistema della Repubblica Islamica è stato scelto nel 1979 dagli iraniani, in un referendum, che ha avuto oltre il 98% di voti favorevoli. Perchè c’e’ la presunzione che porta ad offendere altre nazioni, con termini come regime?
Piacerebbe ad un italiano leggere sul nostro sito: il regime italiano?
Seconda questione: quale sfida? Cioè secondo il quotidiano italiano la stessa esistenza dell’Iran è una sfida? Commerciare benzina è qualcosa più che vivere? L’Iran non sta commerciando armi, (cosa che purtroppo l’Italia fa, vendendo bombe all’Arabia Saudita, che le usa per massacrare innocenti in Yemen) ma benzina.
Tralasciando le solite offese gratuite, il giornalista inizia subito a svolgere il suo compito: rovesciare i fatti e mostrare la verità al rovescio. In questa visione, Iran e Venezuela che cercano di sopravvivere alle sanzioni disumane (condannate anche dall’Onu), e sfamare le proprie popolazioni sono ”due "Stati-paria", come scrive più avanti l’articolo, e sono colpevoli di aver “sfidato” la volontà di Trump. Un Donald Trump che per dovere di cronaca ha minacciato di attaccare le petroliere iraniane.
Insomma, gli Stati Uniti minacciano di attaccare il commercio legittimo di due nazioni indipendenti, due membri dell’Onu, che commerciano tra l’altro benzina, e lo fanno tra l’altro in piena emergenza umanitaria, ma questo per “la Repubblica”, sarebbe sfida e minaccia agli Stati Uniti.
Ma non è finita perchè il pezzo riserva altre assurdità gratuite.
“Preoccupa il fatto che l'Iran estenda la sua influenza nell'emisfero delle Americhe, nel "cortile di casa" degli Usa.”
Certo! Infatti gli Stati Uniti hanno il diritto di avere cinquanta basi in Medioriente con decine di migliaia di soldati, ma se l’Iran vende benzina al Venezuela, questo viene considerato “preoccupante”.
Conclusioni
Quello esaminato oggi è solo un esempio del modo di fare giornalismo in Italia. Difendere le azioni del più forte, soprattutto di grandi potenze come gli Stati Uniti, sempre ed in ogni caso, anche se tali politiche sono impresentabili (e lo sono quasi sempre).
La costante è capovolgere la verità è mostrare vittima gli Stati Uniti, che invece sono il carnefice.
In questo caso abbiamo due popoli. L’Iran, che viene soprannominato con disprezzo “regime” e accusato solo per aver scelto, in base alla sua cultura millenaria, una forma di democrazia combinata con il rispetto della religione.
Ma ammesso che siano cattivi gli iraniani per via della loro religione (purtroppo questo è il livello di xenofobia che traspare da certi scritti), potremmo sapere cosa hanno fatto i venezuelani, che tra l’altro sono cristiani?
Il problema non è la religione. Oggi sono sotto le sanzioni americane, in un modo o nell’altro la Russia, la Cina, l’Iran, Cuba, il Venezuela, la Siria, lo Yemen. Persino l’Italia è stata minacciata dei famosi dazi sui suoi prodotti. Nessuno viene risparmiato dall’arroganza Usa, nemmeno gli alleati.
Il comune denominatore tra gli Stati colpiti è che non si sottomettono alla prepotenza degli Stati Uniti, alla quale purtroppo l’Italia si è sottomessa.
E purtroppo lo stile di giornalismo “al servizio del padrone” e non “al servizio della verità”, è proprio esito di questa sottomissione.