Lug 06, 2022 09:35 Europe/Rome
  • La strage dei pellegrini iraniani alla Mecca

TEHERAN (Pars Today Italian)-Il 31 Luglio 1987, il regime dell’Arabia Saudita, si macchiò di uno dei crimini più cruenti e inverosimili della storia dell’Islam mondiale, l’assassinio di oltre 270 pellegrini iraniani intenti ad assolvere alle cerimonie del Hajj, il pellegrinaggio islamico.

Un venerdi, quel 31 Luglio, che finì in un bagno di sangue e portò al martirio di centinaia di pellegrini iraniani, colpevoli di avere effettuato il rito islamico detto Biraat min al Mushrikin.

Il fatto sembra incredibile ancora oggi, considerando che secondo l’Islam, le zone del pellegrinaggio islamico sono zone sacre dove è assolutamente vietato qualsiasi spargimento di sangue, e persino gli arabi selvaggi pre-islamici rispettavano tale questione.

Questo crimine fu cosi efferato che gli agenti dell’Arabia Saudita, gli autori della carneficina, non risparmiarono nemmeno le donne, che costituirono la metà dei martiri.

Ma cosa portò il regno saudita ad un cosi violento crimine, ovvero quello di uccidere oltre 270 pellegrini inermi nel suo territorio?

Nella cerimonia islamica del pellegrinaggio, nel rito Biraat min al Mushrikin, è obbligatorio dichiarare la propria indignazione nei confronti degli Associatori.

Nel 1987, in un’atmosfera incandescente, dovuta agli sviluppi ed all’eco provocato dalla rivoluzione islamica in Iran, i pellegrini iraniani iniziarono alle 16:30 locali le loro cerimonie; con loro vi erano anche tanti pellegrini non iraniani.

Nella loro marcia, trasportarono cartelloni con su scritte che condannavano gli Stati Uniti ed il Regime Sionista; più avanti, venne letto il messaggio dell’Imam Khomeini ai presenti ed alle 18:10, la marcia ed il rito religioso era sul finire. Alle 18:40 locali, quando le cerimonie erano praticamente finite ed i pellegrini iraniani e stranieri stavano tornando serenamente ai loro posti, iniziarono spari all’impazzata degli agenti sauditi, che sfociarono in pochi minuti in un bagno di sangue.

L’aspetto terrorizzante di questo crimine, fu il fatto che i feriti della tragedia non vennero soccorsi, in base ad un piano prestabilito, elemento che incrementò ancor di più il bilancio delle vittime, per lo più anziani e per la metà, donne.

Inutile dire che il crimine orrendo dell’Arabia Saudita venne accompagnato ad un silenzio ancor più criminale della comunità internazionale, ma storico fu il commento dell’Imam Khomeini.

“Se avessimo voluto mostrare al mondo islamico che gli attuali posseditori della Kaaba non sono all’altezza per ospitare i pellegrini, e che questa gente non sa fare altre che garantire gli interessi dell’America e Israele e svendere il proprio paese a loro, non saremmo riusciti a mostrarlo cosi bene. Loro hanno costruito con le loro mani la loro vergogna”.

A seguito di quel crimine cruento, le relazioni politiche tra Iran e Arabia Saudita s’interruppero e i pellegrini iraniani non si recarono più alla Mecca per un periodo. Nel 1991, il pellegrinaggio riprese e riprese anche il rito di Biraat Min al Mushrikin, ossia dichiarazione di indignazione verso i miscredenti che si tiene nel deserto di Mena e presso Arafat.

Purtroppo, non fu, nella storia del pellegrinaggio islamico, l’unica azione abominevole e criminale della corona saudita.

Nell’Agosto 2015, nel corso delle cerimonie del pellegrinaggio, un’azione folle del principe ereditario saudita, causò una calca dei fedeli che causò oltre 7 mila morti, tra cui ben 700 iraniani.

Anche in quel caso, grazie alla copertura mediatica di parte dei media occidentali ed americani, la responsabilità dell’Arabia Saudita, ed il fatto che la calca era stata provocata volontariamente al passaggio dei pellegrini iraniani venne celata.

Anche in quel caso, gli agenti sauditi si rifiutarono di soccorrere i feriti iraniani causando l’aumento incredibile del bilancio dei morti.

Alcuni mesi prima, il crollo di una gru che lavorava in un cantiere, aveva causato ancora morti e feriti.

In generale, diversi eventi degli ultimi decenni dimostrano che gli amministratori del pellegrinaggio islamico, oltre a grandi punti deboli nel settore amministrativo, hanno anche una natura selvaggia e criminale, che ha causato il martirio di centinaia e centinaia di pellegrini musulmani.

 

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