Dalla tragedia di Srebrenica a Gaza
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Pars Today - Il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran ha pubblicato un messaggio in occasione del 30° anniversario del genocidio di Srebrenica.
(last modified 2025-09-25T11:10:17+00:00 )
Lug 12, 2025 11:01 Europe/Rome
  • Seyyed Abbas Araqchi, ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran
    Seyyed Abbas Araqchi, ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran

Pars Today - Il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran ha pubblicato un messaggio in occasione del 30° anniversario del genocidio di Srebrenica.

Il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran ha scritto in un messaggio per il 30° anniversario del genocidio di Srebrenica: "Se il mondo avesse davvero imparato da questa tragedia, non avremmo assistito a un altro genocidio contro i musulmani oggi, questa volta a Gaza". Secondo Pars Today, questa breve frase di Seyyed Abbas Araqchi racchiude la verità più amara del nostro tempo; una verità che dimostra che non solo la memoria storica del mondo è selettiva, ma che la volontà politica che la governa ha di fatto reso possibile il ripetersi degli stessi crimini più e più volte.

Riferendosi alla decisione delle Nazioni Unite di designare l'11 luglio come "Giornata Internazionale della Memoria del Genocidio di Srebrenica", Araghchi ha definito la giornata "un vergognoso promemoria per coloro che sono stati complici di questo orribile crimine o che, con il loro silenzio, hanno aperto la strada al massacro di migliaia di musulmani innocenti".

L'11 luglio 1995, la guerra in Bosnia raggiunse l'apice della violenza. La città di Srebrenica, dichiarata "zona sicura" dalle Nazioni Unite per i civili musulmani, cadde in mano alla milizia razzista serbo-bosniaca guidata da Ratko Mladić. Sotto gli occhi indifferenti del mondo e alla presenza dei Caschi Blu olandesi delle Nazioni Unite, circa 2.000 serbi razzisti e assassini separarono sistematicamente più di 8.000 uomini e ragazzi musulmani bosniaci dalle loro famiglie, li trasferirono in campi di accoglienza temporanei e li giustiziarono in massa, il tutto sulla base della loro appartenenza religiosa ed etnica.

Il massacro fu progettato in modo così meticoloso che persino le tombe furono spostate più volte per nascondere la verità. I governi occidentali, compresi gli Stati Uniti, consapevoli della determinazione dei serbi a commettere omicidi di massa, non solo non riuscirono a impedirlo, ma si resero complici del crimine con il loro silenzio. I serbi razzisti uccisero brutalmente più di 100.000 persone durante la guerra in Bosnia, dal 1992 al 1995. Più di 2 milioni di persone furono sfollate dalle loro case e 50.000 donne e ragazze furono stuprate di gruppo nei campi.

Nel 1995, Kofi Annan, allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, dichiarò dopo la tragedia di Srebrenica: "Questo è stato un fallimento per la comunità internazionale". Oggi, Antonio Guterres guida le stesse Nazioni Unite che finora hanno bocciato nove risoluzioni che chiedevano un cessate il fuoco a Gaza a causa dei veti statunitensi. Un recente rapporto delle Nazioni Unite mostra che il 93% dei bambini di Gaza è malnutrito, una statistica che ricorda l'assedio di Srebrenica.

Ciò che ha reso Srebrenica un evento globale non è stata solo la portata del disastro, ma anche l'inazione delle strutture internazionali sotto l'influenza dei governi occidentali. L'inazione si sta ripetendo oggi a Gaza, in modo ancora più lampante.

L'uso della fame come arma di guerra, gli sfollamenti forzati, le privazioni di massa e gli attacchi deliberati contro i civili sono tutti esempi riconosciuti di genocidio ai sensi della Convenzione del 1948. Nel gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha formalmente avvertito che un genocidio sarebbe probabilmente avvenuto a Gaza e che Israele era obbligato ad adottare misure preventive. Ma questa sentenza, come analoghi avvertimenti su Srebrenica, non solo non è stata presa sul serio, ma i governi occidentali hanno di fatto contribuito a perpetuare il crimine inviando armi, creando narrazioni mediatiche e supporto diplomatico. La realtà è che il genocidio non è solo una tragedia umana, ma anche il simbolo del collasso morale di un ordine internazionale che non rispetta più i diritti umani, non riconosce la giustizia e non crede nemmeno nella responsabilità di proteggere i civili. Le vittime di Srebrenica furono assolte con promesse di sicurezza. Oggi, Gaza viene distrutta con la promessa di una "soluzione a due stati".

Srebrenica è diventata il simbolo dell'inazione delle potenze mondiali di fronte a una tragedia. Ma Gaza sta diventando il simbolo della moderna complicità nel genocidio. La netta differenza è che in Bosnia, dopo la fine della guerra, l'Occidente è intervenuto per ricostruire, istituire tribunali, identificare le tombe e registrare le storie delle vittime. Ma a Gaza, persino la compassione per le vittime è considerata un crimine nelle capitali occidentali. Persino pronunciare la parola "genocidio" è accusato di antisemitismo e invocare la fine del crimine è interpretato come sostegno al terrorismo. I governi occidentali che si vantano di un umanitarismo indifferente non si trovano di fronte a un genocidio nascosto, ma a una catastrofe palese e palese. I bambini di Gaza vengono bruciati vivi sotto i bombardamenti, le persone vengono cacciate dalla loro terra, abbandonando contemporaneamente i confini geografici, umani e legali.