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Da dove inizia il Paradiso? La risposta della figlia del Profeta dell'Islam
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L'attore iraniano "Sina Mehraad" esprime il suo amore e rispetto senza fine per sua madre
Pars Today- In un mondo in cui le persone percorrono lunghe e difficili strade per realizzare i propri sogni, a volte il Paradiso si trova proprio a pochi passi da noi; sotto i piedi di colei che, senza aspettarsi nulla in cambio, è sempre stata al nostro fianco con amore e dedizione; La madre.
Nella tradizione islamica, il rispetto per la madre non è solo un dovere familiare, ma una componente fondamentale dell'etica sociale e della spiritualità individuale. Secondo quanto riportato da Pars Today, Fatimah Zahra (Sa), figlia del Profeta dell'Islam, Mohammad (SAW), ha sottolineato questo principio, affermando: "Sii sempre al servizio di tua madre, perché il Paradiso è sotto i piedi delle madri, e il risultato di questa azione saranno le benedizioni paradisiache".
Questa dichiarazione non e` solo un consiglio morale, ma una vera e propria mappa per raggiungere la serenità, per costruire un rapporto in cui l'amore, il rispetto e il servizio prendono forma. Servire la madre significa entrare in una sfera di compassione e affetto incondizionati, un cammino che ci avvicina ogni giorno un po' di più al Paradiso.
La madre è l'unica persona che, anche quando è stanca, prega per te; anche quando soffre, sorride. È forse per questo che il Paradiso si trova sotto i suoi piedi; perché le orme dell'amore incondizionato conducono sempre verso un destino celestiale.
Nell'Islam, dove l'adorazione è strettamente legata alla moralità, servire la madre è un atto di devozione che porta con sé il profumo del Paradiso. In definitiva, questo insegnamento non ci invita solo a onorare e servire, ma ci ricorda che il Paradiso non è sempre lontano nel cielo; a volte si trova proprio sulla terra, nei luoghi dove i passi di nostra madre hanno camminato.
Il testo e la fonte dell'hadith:
الْزَمْ رِجْلَها، فَإنَّ الْجَنَّةَ تَحْتَ اقْدامِها، و الْزَمْ رِجْلَها فَثَمَّ الْجَنَّةَ. (کنزل العمّال :ج16، ص462، ح45443)