Oman: gasdotto con Iran “non attraverserà Emirati”
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MUSCAT (Pars Today Italian) - Il gasdotto tra Oman e Iran “non attraverserà gli Emirati Arabi Uniti”: lo ha dichiarato il ministro del Petrolio e del gas dell’Oman, Mohammed bin Hamad al Rumhi.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Feb 16, 2017 15:39 Europe/Rome
  • Oman: gasdotto con Iran “non attraverserà Emirati”

MUSCAT (Pars Today Italian) - Il gasdotto tra Oman e Iran “non attraverserà gli Emirati Arabi Uniti”: lo ha dichiarato il ministro del Petrolio e del gas dell’Oman, Mohammed bin Hamad al Rumhi.

In un’intervista al quotidiano kuwaitiano “al Rai”, rilasciata in concomitanza con il viaggio del presidente iraniano Hassan Rohani in Oman e Kuwait, Al Ruhmi ha dichiarato che Mascate e Teheran hanno raggiunto un accordo sul percorso del gasdotto. Il ministro ha infatti sottolineato che i due paesi si sono accordati per realizzare l’infrastruttura senza la collaborazione "di un paese terzo”. Le dichiarazioni di Al Ruhmi giungono a poche settimane dalla sua visita in Iran dove ha incontrato l’omologo Bijan Zangeneh con il quale ha discusso i termini e il percorso del gasdotto che potrebbe divenire operativo già a partire dal 2020. Agli incontri hanno preso parte anche le compagnie internazionali interessate a partecipare alla realizzazione dell’infrastruttura: la francese Total, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell, la sudcoreana Kogas, la tedesca Uniper e la giapponese Mitsui.L’incontro tra Zangeneh e l’omologo omanita conferma l’intenzione di entrambi i paesi di portare a termine l’accordo e realizzare l’infrastruttura che ha un’importanza strategica per i due paesi. Da un lato l’Iran potrà esportare il suo gas dal giacimento di Pars settentrionale al porto omanita di Sohar, sfruttando i terminal di gas naturale liquefatto di Qalhat, dall’altro Mascate, oltre a soddisfare la sua domanda energetica interna, si trasformerà in un hub per l’esportazione energetica soprattutto verso l’Asia grazie alla sua posizione geografica, migliore rispetto ai concorrenti del Golfo come Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita. Sulla base dell’accordo firmato nel 2013, l’Iran dovrebbe esportare fino a 28 milioni di metri cubi di gas al giorno per un periodo di 15 anni, prorogabile, attraverso il gasdotto sottomarino. Circa un terzo del gas esportato dall’Iran attraverso verso l’Oman sarà trasformato in gas naturale liquefatto (Gnl) negli impianti presenti a Qalhat, mentre il resto verrà utilizzato per il consumo interno del sultanato. Nel mese di ottobre 2016, gli esperti di Iran e Oman hanno avuto colloqui con i rappresentanti di Shell, Total e Kogas per valutare il progetto. In totale l’accordo tra Oman e Iran per l’esportazione di gas ha un valore stimato di 60 miliardi di dollari in 25 anni. Il costo stimato per la realizzazione del gasdotto dovrebbe aggirarsi intorno a 1,2 miliardi di dollari.La modifica del tracciato era già stata concordata nel settembre 2016 dopo il rifiuto degli Emirati di concedere il passaggio nelle proprie acque nazionali. Il progetto iniziale prevedeva una lunghezza totale di 400 chilometri, con una sezione in superficie di 200 chilometri tra la città di Rudan e la località di Mobarak, nella provincia meridionale di Hormzgan, e 200 chilometri di tratto in mare aperto fino al porto di Sohar. Il nuovo percorso interessa solo la parte offshore che invece di deviare dalle coste iraniane in acque emiratine sfruttando la regolarità del fondale profondo circa 300 metri, si dirigerà direttamente al porto di Sohar, passando però su un fondale profondo oltre i 1.000 metri.Per sopperire al suo rilevante deficit energetico, l’Oman aveva avviato trattative con Teheran già dal 2005, ma da allora le trattative si sono prolungate a causa delle forti pressioni statunitensi sul governo di Mascate affinché interrompesse i rapporti economici con l’Iran, costringendo Mascate ad acquistare gas dal Qatar a partire dal 2007. Solo nell’agosto del 2013, poche settimane dopo l’elezione del presidente moderato Hassan Rohani, i due paesi hanno firmato un primo accordo quadro. I negoziati hanno ricevuto un nuovo impulso con la visita del presidente Rohani a Mascate nel marzo del 2014, quando i due paesi hanno deciso di velocizzare le trattative fino ad ipotizzare nel settembre 2015 il completamento del gasdotto entro la fine del 2017. L’opposizione degli Emirati arabi uniti ha congelato nuovamente le fasi di negoziazione, rimostranze che hanno coinciso con il crollo dei prezzi del petrolio, facendo meditare sia a Mascate che a Teheran di abbandonare il progetto a causa degli alti costi e dei bassi rendimenti. Tuttavia nell’aprile del 2016 le due parti hanno avviato una serie di indagini in acque profonde per valutare la fattibilità del progetto.L’Iran ha riserve di gas stimate pari a 33 mila miliardi di metri cubi. In seguito alla rimozione delle sanzioni economiche legate al programma nucleare iraniano nel gennaio 2016, l’Iran ha iniziato una corsa per aumentare la propria produzione petrolifera e sviluppare le sue infrastrutture per l’estrazione e il trasporto di gas. Nel periodo sanzionatorio il paese non ha avuto la possibilità di migliorare i propri impianti per l’estrazione e il trasporto di idrocarburi, fondamentali per aumentare le esportazioni, soprattutto quelle di gas.Attualmente, l'Iran esporta gas in Turchia attraverso il gasdotto Tabriz–Ankara, mentre in base ad un accordo firmato nel 2005 fornisce gas naturale all’Azerbaigian attraverso un contratto di scambio (swap) trasferendo il suo gas naturale nella città azera di Nakhchivan (nel sud est dell'Azerbaigian), facendo giungere i carichi di gas presso la città di Astara situata al confine con l’Iran. Per poter rifornire le regioni situate nel nord est del paese l’Iran acquista gas dal Turkmenistan, dato che i costi di importazione sono decisamente inferiori rispetto a quelli per realizzare un gasdotto in grado di collegare i giacimenti meridionali con il nord del paese attraverso i Monti Alborz. L'Iran ha inoltre offerte per l’esportazione di gas con l’Iraq e il Pakistan. Lo scorso gennaio le autorità iraniane hanno dichiarato di essere pronte a esportare il gas del giacimento di South Pars verso l’Iraq attraverso un gasdotto per rifornire le centrali elettriche di Sadr, Baghdad e Al Mansuriyya in Iraq. Il progetto è frutto di un accordo risalente al 2013 che prevede un introito annuale per l’Iran pari a 3,7 miliardi di dollari.