Italia, 2 giugno e' un giorno contro guerra
ROMA (Pars Today Italian) - Oggi è un giorno di mobilitazione contro la guerra. Si terranno manifestazioni in varie città.
A Roma, alle 11 in mattinata, a Largo Argentina, un presidio per “un due giugno antimilitarista e contro la guerra”, con parole chiare: “Stop all’invio di armi, fuori l’Italia dalla Nato, No all’economia di guerra, Sì allo Stato sociale”.
Il senso dell’iniziativa è ben spiegato dall’indizione: “In questo contesto che vede l’Italia pienamente coinvolta nell’escalation bellica, non possiamo accettare una parata di sostegno al conflitto e la trasformazione del paese in una Repubblica fondata sulla guerra. Il rifiuto di questa passa dalla costruzione di relazioni internazionali basate sulla cooperazione e la solidarietà, il rifiuto di ogni rigurgito nazifascista e la rimessa del lavoro al centro degli interessi del paese”.
Una iniziativa che si pone esplicitamente “in collegamento con gli altri appuntamenti contro la guerra nel resto del paese”.
A Genova, l’Assemblea contro tutte le guerre, che ha mosso i primi passi circa un mese fa, ha promosso una manifestazione che partirà dalle 14 dalla Stazione Marittima per dirigersi verso il ponente, attraversando il quartiere popolare di San Pier D’Arena.
Un corteo che vedrà la partecipazione di realtà da tutta la Liguria, oltre a quelle della Superba, e che si dirigerà verso un quartiere adiacente al porto sempre più caratterizzato da servitù ambientali e militari.
Anche qui le parole d’ordine della manifestazione sono chiare: “nessuna guerra tra i popoli, nessuna pace per chi vende morte”. E puntano il dito contro il complesso militare-industriale presente in città – in particolare la Leonardo del Gruppo Finmeccanica (controllata dsllo Stato) – ed il traffico di armi nello scalo genovese, da anni al centro di una coraggiosa lotta di un agguerrito gruppo di portuali ed attivisti, contro la linea saudita Bahri che una volta al mese fa scalo a Genova trasportando armi per il conflitto yemenita.
Al centro della mobilitazione questo progetto che è messo bene in luce dall’incipit dell’appello: “190 milioni di soldi pubblici per una nuova base militare, 73 ettari di territorio, all’interno di un parco naturale, sottratti alla comunità. 440.000 metri cubi cementifici per costruire piste di atterraggio, villette a schiera per i militari del reggimento Tuscania, piscine, palestre, e altri benefit. Una nuova base in un territorio già militarizzato che sta diventando uno strategico hub della guerra, decisa segretamente nelle stanze istituzionali sempre più lontane dalle nostre esigenze”.
Roma, Genova e soprattutto Pisa saranno tre appuntamenti importanti, costruiti per avere la più ampia partecipazione possibile, su parole d’ordine chiare che daranno espressione a quella parte maggioritaria della popolazione che è contro la guerra e che ne subisce ogni giorno le sue conseguenze.
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