Draghi: “L’Italia è un grande Paese, ce la farà anche questa volta”
RIMINI (Pars Today Italian) –– L’Italia è un grande Paese in grado di superare le difficoltà che la storia pone ed anche questa volta, indipendentemente dalla composizione del nuovo governo, ce la farà.
Si vedeva convinzione nel volto del presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel pronunciare queste parole davanti alla platea del Meeting di Rimini, la Convention di Comunione e Liberazione, che per la terza volta lo ha accolto. Ciò che forse è cambiato rispetto ai due precedenti interventi, il primo nel 2009 ed il secondo a pochi mesi dalla fine del mandato alla Bce, nel 2020, è stata l’accoglienza riservatagli: una vera e propria ovazione sia all’inizio che alla fine del discorso durato poco meno di un’ora. Un discorso in cui, oltre a rivendicare lo spirito dell’azione di governo portata avanti dal suo insediamento, il presidente ha voluto lanciare un messaggio di speranza al Paese, rimarcandone anche l’importanza a livello internazionale. La premessa è sempre il contesto geopolitico attuale: “Ci troviamo in un momento particolarmente complesso per l’Italia e l’Europa” e dunque, la tesi del premier, “le decisioni che prendiamo oggi sono destinate a segnare a lungo il nostro futuro”. Numerose le sfide, alcune definite “difficili”, ma abbiamo “basi solide” grazie alla politica economica adottata. Tanto che, secondo il Fondo monetario internazionale “cresceremo più di Francia, Germania e della zona Euro nel suo complesso”. Questo anche grazie al fatto che il rapporto debito/Pil, seppur ancora “a livelli elevati” ha fatto registrare “il maggior calo in termini assoluti in un biennio dal dopoguerra” con un -5,4 nel 2021 ed un -3,8 nel 2022. Buone notizie, dunque, ma “molto resta da fare in un contesto che è ostico e non consente soste”, l’appunto del presidente che però si è detto convinto che il prossimo governo “qualunque sia il suo colore politico, supererà le difficoltà che oggi appaiono insuperabili: l’Italia ce la farà anche questa volta”. A patto però che “protezionismo e isolazionismo” non prevalgano, poiché “non coincidono con il nostro interesse nazionale”. Una delle prime partite da giocare per il nuovo esecutivo sarà certamente quella dell’energia, e su questo il premier ha voluto rivendicare gli obiettivi raggiunti dal proprio governo. Innanzitutto l’aver “ridotto in modo significativo le importazioni di gas dalla Russia” fatto che rappresenta “un cambio radicale nella politica energetica italiana”. In secondo luogo aver predisposto un piano che “se sarà realizzato nei tempi previsti l’istallazione di due nuovi rigassificatori” consentirà all’Italia di diventare “completamente indipendente dal gas russo a partire dall’autunno del 2024”. Nel frattempo, per far fronte ad eventuali blocchi nella fornitura di gas, il governo “ha predisposto i necessari piani di risparmio”. Fermo restando che “a differenza di altri Paesi europei, le forniture di gas russo in Italia sono sempre meno significative, e una loro eventuale interruzione avrebbe un impatto minore di quanto avrebbe avuto in passato”. Senza dimenticare che il livello di riempimento degli stoccaggi ha ormai toccato “l’80 per cento, in linea con l’obiettivo di raggiungere il 90 per cento entro ottobre”. A livello europeo deve invece proseguire la battaglia per un tetto al prezzo del gas, che ha raggiunto “livelli insostenibili”, nonché quella per dare il via ad una “riflessione su come slegare il costo dell’energia elettrica dal prezzo del gas”. Di certo “il posto dell’Italia è al centro dell’Unione Europea ed ancorato al patto Atlantico”. Anche perché, ha ricordato Draghi, il nostro Paese “non è mai stato forte quando ha deciso di fare da solo” ed è con “l’autorevolezza che si ottiene il rispetto degli altri: “La credibilità interna deve andare di pari passo con la credibilità internazionale”. Autorevolezza che passa anche dal Pnrr, definito, “una prova essenziale per la nostra credibilità”.
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