Mar 29, 2024 07:24 Europe/Rome
  • Turchia continua a vendere armi a Israele + FOTO

Pars Today - Ha suscitato polemiche il rapporto pubblicato dall'Ufficio delle statistiche della Turchia sulla vendita di armi di questo paese al regime sionista.

Secondo dati resi pubblici dall’Assemblea degli esportatori di Turchia, il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan ha venduto armi a Israele nel bel mezzo delle brutali aggressioni di questo regime contro la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e altri territori palestinesi occupati.

Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio delle statistiche turche, Ankara ha esportato armi al regime sionista per un valore di circa ottantamila dollari solo nel periodo compreso tra novembre 2023 e gennaio 2024.

Nonostante i bombardamenti a Gaza, la Turchia è rimasta il principale fornitore mondiale d’acciaio di Israele, per un valore di 43,9 milioni di dollari. Materiale bellico incluso. Anche in ottobre, a guerra in corso, la Turchia ha venduto a Tel Aviv pistole, armi varie e numerosi pezzi di ricambio.

Il tema del commercio militare è stato sollevato anche in parlamento dall’esponente di opposizione Ömer Faruk Gergerlioglu, sulla base delle informazioni divulgate da Metin Cihan: «Un video girato in un porto di Israele mostra i militari israeliani che ricevono abbigliamento militare prodotto in Turchia dall’azienda Kismet. Sono prodotti del catalogo 2023-2024 dell’azienda e il video è stato girato solo pochi giorni fa». La veridicità dei video è stata confermata dal sito di fact-checking turco Teyit e dall’israeliano The Whistle.

In questo vasto scambio commerciale, emerge anche un altro attore significativo. «Içdas è la principale azienda turca che fornisce acciaio a Israele, soddisfacendo oltre il 65% del suo fabbisogno di provenienza turca. Dal 7 ottobre a oggi l’azienda ha trasportato 50 mila tonnellate di merci nei porti israeliani», racconta Metin al manifesto. Içdas è nota per i premi ricevuti da Erdogan per la costruzione di moschee in varie regioni della Turchia.

Tra le nuove scoperte giornalistiche di Metin c’è anche il coinvolgimento di Erkam Yildirim, figlio dell’ex primo ministro, Binali Yildirim. «Le navi dell’azienda turca Oras Denizcilik – aggiunge Metin – hanno trasportato merci in Israele per tre settimane durante i bombardamenti su Gaza. Il proprietario dell’azienda è Salih Zekir Cakir, un caro amico dell’ex premier, socio del parlamentare del governo, Vehbi Koç, nell’azienda 15 Temmuz. Questi dati sono pubblici e presenti nei registri delle camere di commercio. Infine Cakir risulta essere il rappresentante legale in Turchia dell’azienda Nova Worries, attiva a Malta, di proprietà di Erkam Yildirim». Il quale, proprio a causa delle sue aziende marittime, era stato coinvolto nello scandalo dell’evasione fiscale dei Paradise Papers nel 2017.

Ovviamente, il parlamentare Vehbi Koç non si è ancora dimesso e continua a diffondere messaggi contro Tel Aviv sui suoi canali social ufficiali. Inoltre, ha dichiarato, durante un suo intervento parlamentare di non conoscere affatto Salih Zeki Cakir, suo amico e socio.

Oggi Metin Cihan, deve anche fare i conti con una decisione giuridica presa con straordinaria rapidità: «Il giudice Hayrullah Kut – dice – ha accolto la richiesta degli avvocati di Binali Yildirim e mi chiede di rimuovere i post su X (Twitter). Kut è il genero del parlamentare del governo Selim Agci, nonché ex sindaco di Bilecik. Ho detto anche a X che tutto è documentato, quindi non rimuoverò i miei messaggi».Infine, appare il nome di un’altra azienda, la Kolin. «Nella città di Yalova – afferma ancora Metin – nel 2009 una serie di imprenditori, tra cui il parlamentare Vehbi Koç, hanno costruito un cantiere navale chiamato Sefine, poi ceduto all’azienda Kolin. Secondo il sito di monitoraggio Marintraffic, una nave che appartiene allo stato d’Israele ha ricevuto servizio (manutenzione e carburante) presso questo cantiere dall’11 ottobre al 30 ottobre».

Kolin è una delle cinque aziende che hanno avuto una crescita sproporzionata negli ultimi vent’anni, ottenendo la maggior parte degli appalti pubblici e costruendo numerose opere dannose e inutili. Una delle aziende a cui pensava sicuramente Erdogan quando ha detto, recentemente: «Siamo pronti a ricostruire Gaza con il nostro impegno e in collaborazione con il Qatar».

 

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