Qual è la posizione delle donne nell’Islam?
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Pars Today – Il ruolo e la condizione di uomini e donne nelle relazioni sociali e la funzione di ciascuno nel processo di trasformazione della società sono da sempre tra le grandi questioni del pensiero umano.
(last modified 2025-09-09T10:21:38+00:00 )
Set 09, 2025 12:18 Europe/Rome
  • Un ritratto di una madre musulmana al centro della famiglia
    Un ritratto di una madre musulmana al centro della famiglia

Pars Today – Il ruolo e la condizione di uomini e donne nelle relazioni sociali e la funzione di ciascuno nel processo di trasformazione della società sono da sempre tra le grandi questioni del pensiero umano.

Nel corso della storia, gli atteggiamenti individuali e collettivi riguardo alla posizione di uomini e donne hanno subito cambiamenti notevoli, che talvolta hanno portato a forti contrapposizioni tra i due sessi. Nella società in cui sorse l’Islam, le donne erano private di molti diritti umani fondamentali. Nella società araba dell’epoca dell’ignoranza preislamica, la condizione femminile era molto precaria e le donne erano considerate come beni o merci. In questo articolo di Pars Today diamo uno sguardo sulla posizione delle donne nell’Islam.

 

Dotate di un’anima umana completa

L’Islam considera la donna, al pari dell’uomo, dotata di un’anima completa e di volontà e libero arbitrio, e la colloca nel percorso della perfezione, che è lo scopo della creazione. Pertanto, pone entrambi sullo stesso piano, rivolgendosi a loro con espressioni come «O gente» (ya ayyuhal nas) e «O voi che credete» (ya ayyuhal lazina amanu), e rendendo per entrambi obbligatori i programmi educativi, etici e scientifici.

Dio l’Altissimo, nel Sacro Corano, con versetti come «Chiunque compia il bene, uomo o donna, purché credente, entrerà nel Paradiso» [Sura Ghafir, versetto 40], promette a entrambi i sessi di godere della piena beatitudine e con altri versetti come «Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene. Compenseremo quelli che sono stati costanti in ragione delle loro azioni migliori» [Sura al Naḥl, versetto 97], afferma chiaramente che uomini e donne, attuando i principi dell’Islam, possono raggiungere la perfezione spirituale e materiale e giungere a una vita «ṭayyiba», pura e serena.

 

Indipendenti e libere

L’Islam riconosce la donna come indipendente e libera in senso pieno, al pari dell’uomo. Il Sacro Corano, con versetti come «Ogni anima è pegno di quello che ha compiuto» [Sura al Muddathir, versetto 38] e «Chi fa il bene lo fa a suo vantaggio, e chi fa il male lo fa a suo danno. Il tuo Signore non è ingiusto con i Suoi servi» [Sura Fussilat, versetto 46], dichiara questa libertà per tutti, uomini e donne. Poiché l’indipendenza è una conseguenza della volontà e della libertà di scelta, l’Islam la estende anche a tutti i diritti economici, permette alla donna di interagire liberamente nei rapporti e transazioni finanziarie e la considera proprietaria dei propri guadagni e dei propri beni.

Nel versetto 32 della Sura al Nisa si legge infatti: «Agli uomini spetta ciò che guadagnano, e alle donne ciò che guadagnano»; Il termine «iktisab» (guadagno), diversamente da «kasb», indica un bene acquisito che appartiene direttamente a chi lo ottiene. Inoltre, tenendo conto del principio generale «tutte le persone hanno pieno potere sui propri beni», si comprende quanto l’Islam rispetti l’indipendenza economica della donna, senza fare alcuna distinzione tra uomo e donna.

 

Divisione dei compiti

L’Islam considera uomini e donne uguali sotto il profilo umano, ma riconosce differenze nei compiti sociali. Tali differenze non significano in alcun modo discriminazione o disuguaglianza nei diritti. L’obiettivo è piuttosto quello di stabilire una divisione dei compiti tale che ciascuno possa svolgere al meglio le proprie funzioni. Queste differenze, in realtà, sono volte a ottimizzare il ruolo sociale e naturale di ciascun sesso all’interno della società.

In definitiva, il Sacro Corano considera la donna come un essere umano con diritti e doveri propri e indipendenti, e sottolinea che, dal punto di vista divino, non vi è alcuna differenza di valore umano tra uomini e donne. Perciò, il criterio della superiorità presso Dio non è il genere, bensì il timore di Dio (taqwa) e le buone azioni.