Che cosa significa il nome della moschea Al-Dhirar?
Dhirar è un verbo alla forma infinita mufa'alah che significa danneggiare[1] consapevolmente[2].
La vicenda della Moschea Al-Dhirar è citata nel sacro Corano, nella sura Al-Tawbah (9). Il motivo per cui alla moschea fu dato questo nome, risale al fatto che un gruppo di ipocriti, al fine di realizzare i loro spregevoli piani contro l'Islam e i musulmani, costruì una moschea a Medina come base operativa per nuocere al Profeta (S) e ai musulmani[3].
La sintesi della storia della moschea Al-Dhirar è la seguente: un gruppo di ipocriti andò dal Profeta (S) e chiese il permesso di costruire una moschea presso la tribù dei Bani Salim (vicino alla moschea AlQaba), affinchè gli indigenti, i malati e gli anziani potessero eseguire la preghiera in quel luogo. Inoltre chiesero al quel Nobile (S) di presentarsi in quella moschea e di eseguirvi la preghiera; a quel punto al Profeta (S) furono rivelati i versetti della sura At-Tawba (9), dal 107 al 110, e vennero svelati i segreti del loro gesto. In seguito il Profeta dell'Islam (S) ordinò di bruciare la moschea in questione e di demolirne i resti[4].
Questa vicenda è stata narrata da tutti gli esegeti islamici e da molte fonti di hadìth e storiche, tuttavia si notano delle differenze nei dettagli.
[1] Farhangh-e Abjadi Arabi-Farsi, p. 564, voce Dharr.
[2] Naser Makarem Shirazi, Tafsir-e Nemuneh, vol. 8, p. 137, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, prima stampa, 1995.
[3] Seyyed Alì Akbar Qurashi, Qamus Qur'an, vol. 3, p. 228, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, sesta rist., 1992.
[4] Naser Makarem Shirazi, Tafsir-e Nemuneh, vol. 8, p. 134, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, prima stampa, 1995; Seyyed Mohammad Baqer Hujjati, Asbab al-Nuzul, pp. 56 e 57, Daftar-e nashr-e farhangh-e eslami, Teheran, sesta rist., 1998; Abu al-Fida' Isma'il ibn Omar Kathir al-Damashqi, Al-Bidayat wa al-Nahayat, vol. 5, pp. 21 e 22, Dar al-Fikr, 1407 AH; Gardanideh Mansub be Bal'ami, Tarikhname-ye Tabari, ricerca di Mohammad Roshan, vol. 5, pp. 1503 e 1504, Nashr-e Alborz, Teheran, terza rist., 1994.
Fonte:islamquest.net