L’Imam Mahdi, il salvatore dell’umanità (1a parte)
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Apr 21, 2019 07:37 Europe/Rome
  • L’Imam Mahdi, il salvatore dell’umanità (1a parte)

Nella prospettiva sciita il Mahdi, il Salvatore dell’Umanità, il vindice degli oppressi e dei diseredati della terra, colui che ...

verrà alla fine del nostro ciclo a dar battaglia alle forze della sovversione e della controtradizione, alle potenze sataniche della miscredenza, dell’empietà, dell’arroganza globale e dell’ipocrisia, e che libererà alfine il mondo dall’abominazione della loro tirannia, per instaurarvi il regno della giustizia, dell’armonia e della divina sapienza, viene identificato nel XII Imam della Casa del Profeta.

L’articolo che segue, tratto da un giornale iraniano, oltre a dare esaurienti ed interessanti ragguagli sulla figura e sulla funzione del Mahdi nell’ordine della storia e della ierostoria, mette pure in luce, facendo sempre riferimento a dati rigorosamente scritturali e tradizionali, il possibile significato escatologico di eventi ben noti e contrapposti della storia più recente del nostro secolo.

 Ibn Sabbagh Malesi, un autorevole studioso sunnita, nel suo celebre libro Fusulu al-Muhumma riferisce una traduzione secondo la quale, allorché all’ultimo Imam della Casa del Profeta (Ahl ul-Bayt), il Mahdi, riapparirà, egli si appoggerà al muro della Ka’bah, circondato da 313 dei più giusti tra i credenti, che lo saluteranno con l’appellativo di “Baqiyatullah”, che significa “l’ultimo”, “colui che rimane”, o “il permanente da Allah”. Egli inizierà allora la sua marcia vittoriosa e libererà il mondo dalla miscredenza e dall’oppressione, instaurando un reggimento di giustizia e d’armonia.

La fine dell’oscurità e l’aurora della signoria globale della giustizia sono state predette in tutte le sacre scritture. Avrà allora inizio una nuova era in cui l’umanità potrà realizzare quella pace e quell’armonia a cui aveva sempre aspirato, dopo essersi alfine sbarazzata dell’illegalità eretta a norma in nome delle leggi internazionali dall’arroganza mondana globale, dal potere temporale satanico. L’avvento del Salvatore è l’ultima speranza che rimanga ai nobili ed oppressi, ai diseredati della terra, schiacciati sotto il peso d’ogni specie di tirannia da tempo ormai immemorabile. Ed invero, quanto più brutale sarà l’oppressione esercitata dalle potenze delle tenebre, tanto più splendida brillerà la luce al dileguarsi delle ombre della notte. L’Onnipotente è Giusto, e per i credenti la promessa del loro Creatore è certezza.

 “Ed invero…i miei giusti servitori erediteranno la terra” (Sacro Corano, XXI, 105).

 “E noi desiderammo accordare il nostro favore a coloro che vennero stimati deboli sulla terra, e farne gli Imam, e farne gli eredi” (Sacro Corano, XXVIII, 5).

Con l’Islam, la legge divina è giunta alla sua perfezione, e con il Profeta Muhammad (S), la cui missione, a differenza di quella dei Profeti precedenti, è universale, le possibilità umane giungono al loro culmine. Egli è il “Sigillo dei Profeti”, e per far sì che l’umanità non deviasse dalla retta via dopo di lui, pronunziò la formula dell’unità e dello sviluppo, nella famosa tradizione dei “due gioielli” (“Taqhalayn” ovvero il Corano e l’Ahl ul-Bayt), che proteggesse l’Ummah dai pericoli della discordia e della decadenza. Come gli fu comandato dall’Onnipotente, egli proclamò apertamente che il suo cugino e genero Alì era il maestro (Mawla) di tutti quelli di cui egli era il maestro (con riferimento all’evento di Ghadir Khum quale viene riferito da eminenti autorità sannite quali Ahmad ibn Hanbal, Nasai, Hakim Nisaburi e Wahidi).

Il Profeta (Saw) non lasciò l’Ummah nel dubbio, e come riferiscono le fonti sia sciita che sannite, affermò che non avrebbe avuto più di dodici successori (Khufafa) (Suyuti in Tarikh al-Khulafa, Ibn Hajr Asqualani in Fath al-Bari fi Sharh Sahih Bukhari) e che l’ultimo sarebbe stato il Qaim (fermamente stabilito) o Mahdi (colui che guida), che apparirà prima della fine dei tempi per colmare il mondo di giustizia.

Un esame accurato della storia dell’Islam chiarisce ogni dubbio sul significato della parola “Khulafa” usata dal Profeta, che certo non si riferisce ai Califfi che esercitarono il potere temporale dopo di lui. Né questi sovrani furono in numero di dodici, né tantomeno si può dire che i tiranni, i beoni e i pervertiti che compaiono tra di loro assomiglino sia pur minimamente al Profeta (S).

In effetti il Profeta Muhammad (S) intendeva riferirsi agli Imam infallibili dalla sua Casa, che sono appunto in dodici, e la cui natura immacolata venne riconosciuta persino dai loro avversari.

E’ molto interessante notare come anche la Torah, a dispetto della manipolazioni e delle mutilazioni subito nel corso dei millenni, abbia da dire quanto segue dal figlio primogenito del Profeta Abramo (AS), Ismaele (AS), dal quale discendono il linea diretta il Profeta Muhammad (S) e i dodici Imam: “E quanto ad Ismaele, ti ho esaudito. Ecco, Io l’ho benedetto, e lo renderò prolifico, e moltiplicherò in sovrabbondanza la sua stirpe. Egli genererà Dodici Profeti, e farò di lui un grande popolo” (Genesi, XVII, 20).

L’ultimo di questi Dodici Principi è indubbiamente il Mahdi (possa Iddio affrettare la gioia della sua ricomparsa). Abu Dawud, il compilatore di uno dei sei autorevoli libri sanniti noti collettivamente con il nome di Sihah al-Sitta, riferisce il seguente detto del Profeta (S): “Allah susciterà un uomo della mia progenie, il cui nome sarà il mio stesso nome, e che colmerà la terra di giustizia e di armonia, allorché la tirannia e l’oppressione l’avranno soverchiata”. Ahmad Ibn Hanbal, Tirmidhi, Ibn Maja ed altri, hanno anch’essi riferito le tradizioni che riguardano il Mahdi, che dicono che apparterrà alla Casa del Profeta, e sarà un discendente di Nostra Signora Fatima attraverso il figlio minore Hosseyn. Essi sono anche d’accordo sul fatto che il Profeta Gesù (aAS), del quale il Sacro Corano dice che non è stato crocefisso ed è vivo, riapparirà anch’egli a dar man forte al Mahdi nella lotta dell’empietà

 

Fonte: http://islamshia.org/limam-mahdi-aj-il-salvatore-dellumanita-2/