Perché le pressioni su Netanyahu sono inefficaci?
(last modified Thu, 05 Jun 2025 05:18:44 GMT )
Giu 05, 2025 07:18 Europe/Rome
  • Perché le pressioni su Netanyahu sono inefficaci?

Pars Today- Il massacro dei palestinesi residenti a Gaza da parte del regime sionista continua, nonostante da tempo diversi Paesi e organizzazioni internazionali chiedano la fine di questa carneficina. Tuttavia, le pressioni internazionali finora non sono riuscite a costringere Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, a fermare la violenza o a contenere le sue politiche estremiste.

Maxim Prévot, ministro degli Esteri Belgo, ha dichiarato che le pressioni internazionali su Israele finora sono state inefficaci perché gli Stati Uniti sostengono Netanyahu. Questo sostegno, sia sotto forma di veto alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sia sotto forma di aiuti finanziari e militari diretti, ha posto Israele in una posizione di immunità rispetto alle critiche e agli avvertimenti globali.

Gli Stati Uniti si considerano da anni partner strategico di Israele, ma durante il governo Netanyahu queste relazioni hanno raggiunto livelli senza precedenti di allineamento politico; basti pensare che Donald Trump, durante la sua presidenza, ha riconosciuto Gerusalemme come capitale del regime sionista.

Con la rielezione di Trump nelle presidenziali del 2024, nonostante tutti i crimini israeliani, gli Stati Uniti non solo continuano a sostenere le politiche di Netanyahu, ma hanno persino aumentato il loro appoggio. Oltre a fornire armi di vario tipo e a sostenere le politiche sioniste nei contesti internazionali, gli Stati Uniti hanno appoggiato due delle principali politiche israeliane degli ultimi mesi: il trasferimento forzato e il genocidio dei palestinesi. In un recente episodio legato al trasferimento forzato, Mike Huckabee, ambasciatore americano nei Territori Palestinesi Occupati, ha chiesto di destinare una parte del territorio francese per la creazione di uno Stato palestinese, una proposta che riflette il tono arrogante e irresponsabile delle autorità americane di fronte alla questione palestinese. Questa posizione non solo dimostra la mancanza di un approccio umano e giusto nella diplomazia americana, ma rappresenta anche un’evidente mancanza di rispetto nei confronti della comunità internazionale e dei suoi sforzi per risolvere l’attuale crisi palestinese. In un simile contesto, è naturale che Netanyahu non abbia alcun incentivo a modificare la propria politica genocida a causa delle pressioni europee o delle organizzazioni internazionali.

In realtà, il ruolo degli Stati Uniti nel mantenere e rafforzare la posizione di Israele nei confronti dei palestinesi di Gaza è innegabile. Il sostegno totale americano a questo regime si manifesta non solo attraverso la fornitura continua di armi e aiuti finanziari, ma anche a livello diplomatico e legale. Gli Stati Uniti hanno ripetutamente posto il veto alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco o per fermare gli attacchi contro i civili, impedendo così la formazione di un consenso internazionale contro le aggressioni israeliane. Questo sostegno incondizionato ha trasmesso chiaramente a Netanyahu e al suo team il messaggio che, di fatto, non esistono limiti ai loro crimini.

Anche quando funzionari interni agli Stati Uniti, alcuni membri del Congresso e gruppi per i diritti umani hanno chiesto di sospendere gli aiuti militari, in particolare la fornitura di bombe, la Casa Bianca si è sottratta sottolineando il presunto “diritto di Israele a difendersi”. Questo nonostante i numerosi rapporti delle organizzazioni internazionali che documentano l’uso diretto di queste armi per bombardare aree residenziali, ospedali e scuole.

La diffusione massiccia di immagini di bambini, donne e residenti feriti, sofferenti e affamati a Gaza ha portato persino i Paesi europei, tradizionalmente sostenitori di Israele, a condannare queste politiche di sterminio e a cercare, in qualche modo, di prendere le distanze da tali crimini. Johann Wadephul, ministro degli Esteri tedesco, ha recentemente dichiarato che, a causa delle continue atrocità del regime sionista nella Striscia di Gaza, la Germania sta riesaminando le proprie esportazioni di armi verso Israele. Questo è significativo, considerando che la Germania è sempre stata uno dei principali sostenitori militari e diplomatici di Israele in Europa. Anche la Francia ha tentato di adottare una posizione indipendente dagli Stati Uniti, organizzando una conferenza internazionale e valutando il riconoscimento dello Stato palestinese, un’iniziativa che ha suscitato dure reazioni da parte dell’ambasciatore americano.

Il sostegno incondizionato degli Stati Uniti a Israele ha di fatto posto Netanyahu sotto uno scudo protettivo, consentendogli di continuare le uccisioni ignorando tutte le leggi, le regole e le richieste internazionali. Sembra che, finché gli Stati Uniti non rivedranno il loro sostegno totale a Israele e l’Europa non passerà da posizioni simboliche ad azioni concrete, non ci sarà alcun cambiamento fondamentale nelle politiche israeliane. Netanyahu ha ben compreso che il mondo o lo sostiene o resta a guardare. In un simile contesto, le pressioni internazionali potranno avere effetto solo se si trasformeranno in costi politici ed economici pesanti per Tel Aviv, qualcosa che al momento gli Stati Uniti stanno impedendo. 

 

 

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