Arbain: delucidazioni sulla lotta dell’Imam Husayn (AS)
Ogni anno milioni di musulmani commemorano il sacrificio dell’Imam Husayn Ibn Ali (a), nipote del Profeta (S) a Karbala durante il mese di Muharram.
La storia del suo eroico martirio insieme a un piccolo gruppo di suoi seguaci contro un esercito di migliaia di uomini viene raccontata ogni anno allo scopo di far rivivere il vero valore della religione, per ottenere una maggiore comprensione spirituale e consapevolezza di Dio.
Questa commemorazione continua fino al quarantesimo giorno dopo il loro martirio, il giorno di Arbain, il ventesimo del mese islamico di Safar. Gli eventi che seguono il martirio dell’Imam Husayn (a) e la sofferenza della famiglia del Profeta sono ricordati tra le comunità musulmane in varie parti del mondo.
La ripetizione annuale di queste commemorazioni potrebbe, se non adeguatamente compresa, portare a varie incomprensioni. Ogni volta che la storia dell’Imam Husayn (a) viene raccontata c’è il rischio di diventare ripetitivi sulle nozioni corollarie, perdendo di vista il vero obiettivo del sacrificio dell’Imam Husayn. Di conseguenza ciò può portare a banalizzare il messaggio spirituale alla base dell’evento terreno o della battaglia fisica che ha avuto luogo.
Ciò che è cruciale qui è il motivo per cui così tanti musulmani ricordano ancora le tragedie di Ashura e come possono razionalizzare queste commemorazioni? È una convinzione consolidata dei musulmani che la missione profetica si sia conclusa con la morte del profeta Muhammad (s), non lasciando presumibilmente spazio per l’istituzione e lo sviluppo di altre pratiche in nome della religione.Indiscutibilmente il profeta Muhammad (s) ha portato l’ultima rivelazione all’umanità, una legge perfetta e un messaggio completo al fine di vivere una vita armoniosa secondo gli insegnamenti spirituali.Questo messaggio deve essere preservato per le generazioni future e non sarebbe razionalmente accettabile per una mente musulmana lasciarlo morire dopo la morte del suo profeta. La conservazione del messaggio originale è, quindi, una delle ragioni più importanti per il sacrificio dell’Imam Husayn (a).
Da qui, un altro concetto importante è il significato dell’interpretazione. Un messaggio, per quanto genuino, è soggetto a diverse interpretazioni. Quando qualcuno che non ha familiarità con il messaggio originale usa testi e concetti religiosi con la massima superficialità, la vera interpretazione può rimanere nascosta, portando a nozioni e idee sbagliate. Pertanto, in questo contesto, dobbiamo vedere Husayn Ibn Ali (a) non solo come membro della Casa Profetica, ma come qualcuno che ha lottato per la giusta interpretazione della religione ricevuta direttamente da suo nonno, il Profeta Muhammad (S).
La vera interpretazione porterebbe al prossimo passo fondamentale, che è la connessione autentica con Dio. Avere una relazione personale con Dio è molto importante nella vita quotidiana di un credente poiché nutre la sua anima e la sua esistenza. Quando la connessione deriva da una sana interpretazione della religione, che a sua volta deriva da una corretta preservazione dei suoi insegnamenti, a Dio piacendo, si raggiunge l’obiettivo desiderato di una pace eterna.
In questo modo le commemorazioni del lutto hanno un significato molto potente e il potenziale per cambiare la nostra vita. Il lutto qui non è una ricostruzione di un semplice evento storico celebrato ogni anno come un appuntamento culturale, ma l’opportunità di unirsi al percorso dell’Imam Husayn (a) con la stessa purezza di intenzioni e azioni rette.
Come risultato del lutto, l’anima del credente rivive la battaglia di Karbala, unendosi ai ranghi e alla famiglia dell’Imam Husayn (a) e condividendo la loro sofferenza. Pertanto, purezza, dedizione, pazienza, onestà, coraggio e sacrificio diventano la giusta interpretazione dell’eredità profetica. In termini pratici, il risultato è una ferma implementazione di ciò che è stato raggiunto dall’esperienza spirituale.Tale conservazione del messaggio, la sua interpretazione e il collegamento divino si manifestarono palesemente tra i membri sopravvissuti della famiglia del Profeta dopo i tragici eventi di Karbala. Il grande Imam Ali ibn Husayn (a) insieme alle donne e ai bambini della famiglia del Profeta furono presi come prigionieri e umiliati di fronte alle masse dell’Iraq e di Sham.
Uno sguardo imparziale e approfondito allo scenario ci consentirebbe di sottolineare le loro qualità onorevoli, epiche ed eterne manifestate durante i momenti di insopportabili difficoltà e sofferenze. Tutto ciò che dicevano e facevano in quelle terribili circostanze fu in perfetto accordo con gli criteri morali del Corano. La loro fede non fu scossa ma piuttosto rafforzata e la loro condotta pia non fu influenzata dalla tortura psicologica e fisica a cui furono sottoposti.
Le lezioni che apprendiamo da Ashura e dalle sue conseguenze dovrebbero aiutarci ad affrontare le difficoltà della nostra vita. I fedeli seguaci dell’Imam Husayn (a) a Karbala ci ricordano la ragione e la portata della nostra esistenza, qualcosa che spesso dimentichiamo a causa della nostra preoccupazione per gli affari terreni.
Trovare un modo per accrescere la fede e le azioni rette nei momenti di difficoltà è la migliore lezione che può essere appresa nella scuola di Ashura e uno degli obiettivi più nobili verso i quali i credenti dovrebbero impegnarsi per la propria edificazione e beneficio.
“Coloro ai quali la gente ha detto: “Tutte le persone si sono radunate contro di voi; quindi temeteli“. Ciò li aumentò solo nella fede e dissero: “Dio è sufficiente per noi ed è un eccellente fiduciario“.” (3: 173).
A cura di Islamshia.org
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