Un'ape metà femmina e metà maschio
(last modified Fri, 10 Apr 2020 11:10:35 GMT )
Apr 10, 2020 13:10 Europe/Rome
  • Un'ape metà femmina e metà maschio

WASHINGTON-Femmina in una metà del corpo, maschio nell'altra, come un foglio di carta ripiegato a metà e decorato con disegni diversi:

è una condizione nota come ginandromorfismo, un mosaico di caratteri sessuali che - a differenza dell'ermafroditismo - non coinvolge soltanto i caratteri sessuali ma riguarda l'intero corpo. Questa rara combinazione era stata osservata, fino a oggi, in insetti come api e farfalle, crostacei, rettili e uccelli. Ora per la prima volta la si è documentata in un'ape notturna di Centro e Sud America - non un pezzo da museo ma un animale vivo e vegeto.

 Erin Krichilsky, scienziata della Cornell University, si è imbattuta nell'esemplare ginandromorfo dell'ape, della specie Megalopta amoenae, mentre stava conducendo studi sui ritmi circadiani di questi insetti nella foresta di Barro Colorado Island, presso lo Smithsonian Tropical Research Institute di Panama. Un vero e proprio colpo di fortuna: di solito ci si accorge che un animale è ginandromorfo soltanto dopo aver analizzato gli esemplari conservati in bacheca nei musei. 

L'ape (lunga appena 4 mm) appariva perfettamente divisa a metà sul lato lungo (ginandromorfismo bilaterale). La parte sinistra era in tutto e per tutto maschile: piccola mandibola delicata, una lunga antenna e un'esile zampa posteriore con pochi peli. Il lato destro era decisamente "femmina": antenna più corta, mandibola dentata e pronunciata e una zampa più tozza e pelosa. Se già qui siete confusi, è naturale: poiché nella società delle api sono le femmine ad accollarsi i lavori più pesanti - dalla raccolta del polline alla costruzione dell'alveare - a loro spetta un corpo più robusto, adatto al trasporto e alla difesa. I maschi servono solo ai fini riproduttivi e sono di costituzione più fragile.

 Da dove ha origine questo perfetto collage? Secondo osservazioni compiute sulle api mellifere, potrebbe dipendere da un contrattempo riproduttivo. Mentre negli esseri umani la determinazione del sesso del nascituro dipende dai cromosomi sessuali X e Y, negli imenotteri come le api è legata sostanzialmente alla quantità di materiale genetico all'interno di un embrione e, poi, delle sue cellule. Le cellule uovo fertilizzate dopo i "voli nuziali" della regina daranno origine ad api femmine. Quelle non fertilizzate, ad api maschi (i fuchi, che non lavorano all'interno dell'arnia). 

 

Fonte:Focus.it