Squali e Drago di Komodo a rischio di estinzione + VIDEO
Roma - Il 40% delle specie di squali e razze del Mediterraneo sono minacciate di estinzione.
Nell’ultimo mezzo secolo, 13 specie si sono estinte localmente, principalmente nel Mediterraneo occidentale e nel Mare Adriatico. La colpa è della pesca eccessiva nel Mediterraneo, tra i mari più sfruttati al mondo, e della perdita di habitat. Ad oggi, per 24 specie di squali e razze del Mediterraneo vige il divieto di cattura e vendita, mentre per altre 9 specie è richiesta la registrazione delle catture e dei rigetti in mare. Nonostante l’obbligo per gli Stati mediterranei di segnalare le catture anche accidentali alla Commissione Generale per la Pesca del mediterraneo (CGPM), la trasmissione di dati rimane sostanzialmente inadeguata.

Uno studio su Nature pubblicato a fine gennaio ha richiamato l’attenzione sul rischio di estinzione di squali e razze. Dal 1970 la presenza di squali oceanici e razze a livello globale è diminuita del 71%. Detto in altro modo tre quarti delle specie che compongono questo ecosistema è a rischio estinzione. Squali e razze appartengono ad un grande gruppo denominato condroitti che si è evoluto più di 400 anni fa. Sono in pericolo principalmente per la crescita esponenziale dell’attività legata alla pesca cresciuta 18 volte negli ultimi cinquant’anni. Lo studio ha incrociato i dati del Living Planet Index (una misura dei cambiamenti legati alla fauna) e dal Red List Index (una misura della variazione del rischio di estinzione calcolata per tutte specie viventi).
La stessa tragedia anche per una creatura che risale a novanta milioni di anni fa. È praticamente l'ultimo dinosauro ancora in vita, sopravvissuto a tutto.

Ma adesso è allarme estinzione. Stiamo parlando del varano di Komodo, una delle specie viventi più antiche di sempre. Rettile capace di arrivare ai 3 metri di lunghezza e di superare gli 80 chili di peso, di uccidere prede grandi tre volte di lui, come cervi e bufali, che adesso gli scienziati considerano «a rischio di estinguersi».
Le cause che minacciano la tenuta della specie sono sempre le stesse, comuni a molte altre famiglie del mondo animale: deforestazione, mancanza di prede, pressione esercitata sull'habitat a causa del turismo di massa. La variazione della vegetazione e l'innalzamento del livello del mare. Problemi non indifferenti, considerando che il drago -o varano- di Komodo in natura lo si può trovare in appena cinque isole, disperse nell'Oceano Indiano, in Indonesia.
Una piccola speranza per la sopravvivenza dei giganteschi rettili, però, c'è. E viene dalla scoperta dell'ultima popolazione vivente, con la quale la conta dei varani sale a 4mila unità. Su alcune isole, il loro numero, grazie alle misure di protezione adottate, rimane stabile. Su altre, come nell'Isola di Flores, è in picchiata. Per questo scoprire che ci sono altri esemplari liberi ancora in vita è di particolare importanza. Anche perchè, dal 1960 a oggi, il numero di varani è sceso del 40%, come sottolinea Claudio Ciofi, ricercatore presso l'Università di Firenze impegnato in studi di ricerca tra il Parco Nazionale di Komodo (patrimonio Unesco) e l'isola di Flores.
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