Unicef, nel mondo 123 milioni di bambini fuori dalla scuola
(last modified 2017-09-06T14:46:41+00:00 )
Set 06, 2017 16:46 Europe/Rome
  • Unicef, nel mondo 123 milioni di bambini fuori dalla scuola

ROMA (Pars Today Italian) – Negli ultimi 10 anni la percentuale di bambini e giovani tra i 6 e i 15 anni che non vanno a scuola è appena diminuita: oggi l'11,5 per cento dei bambini in età scolare – pari a 123 milioni – non frequenta la scuola, nel 2007 erano il 12,8 per cento, ovvero 135 milioni.

È quanto emerge dalle ultime stime del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), secondo cui i bambini che vivono nei paesi più poveri del mondo e nelle zone di conflitto sono colpiti in maniera sproporzionata. Dei 123 milioni di bambini che non frequentano le scuole, il 40 per cento vive nei paesi meno sviluppati e il 20 per cento in zone di conflitto. Le guerre, si legge in una nota dell’agenzia Onu, continuano a minacciare e a invertire i progressi fatti nel settore dell'istruzione. I conflitti in Iraq e Siria si sono tradotti in altri 3,4 milioni di bambini che non seguono percorsi scolastici, portando il numero dei bambini fuori dalle scuole in Medio Oriente e in Nord Africa ai livelli del 2007 con circa 16 milioni di bambini. A livello globale, il 75 per cento dei bambini in età da scuola primaria e secondaria inferiore che non frequentano la scuola si trova in Africa sub sahariana e Asia del sud, dove ci sono alti livelli di povertà, rapido aumento della popolazione e ricorrenti emergenze. Alcuni progressi però sono stati fatti. L'Etiopia e la Nigeria, che sono tra i paesi più poveri del mondo, negli ultimi 10 anni hanno fatto i più grandi progressi nel tasso di iscrizione a scuola dei bambini in età da scuola primaria con un aumento, rispettivamente, di oltre il 15 per cento e di circa il 19 per cento. Secondo l'Unicef, i diffusi livelli di povertà, i conflitti protratti nel tempo e le emergenze umanitarie complesse hanno causato l'arresto di questo tasso, che necessita di maggiori investimenti per rispondere alle cause che tengono i bambini vulnerabili fuori dalle scuole. "Gli investimenti mirati a far crescere il numero di scuole e insegnanti per far fronte alla crescita della popolazione non sono sufficienti. Questo approccio tradizionale non riporterà i bambini più vulnerabili a scuola – e non li aiuterà a sviluppare il proprio pieno potenziale – se continueranno ad essere intrappolati in povertà, deprivazione e insicurezza”, ha dichiarato Jo Bourne, responsabile Unicef per l'Istruzione. "I governi e la comunità globale devono focalizzare i loro investimenti sull'eliminazione di fattori che in primo luogo non consentono ai bambini di andare a scuola, dovrebbero inoltre rendere le scuole sicure e migliorare insegnamento e apprendimento”, ha aggiunto. La mancanza di fondi per l'istruzione nelle emergenze sta colpendo l'accesso alle scuole dei bambini che vivono in situazioni di conflitto. In media, meno del 2,7 per cento degli appelli umanitari a livello globale sono dedicati all'istruzione. Nei primi sei mesi del 2017, l'Unicef ha ricevuto soltanto il 12 per cento dei fondi richiesti per garantire istruzione ai bambini che vivono in situazioni di crisi. Sono necessari più fondi per rispondere al numero crescente e alla complessità delle crisi e per dare ai bambini la stabilità e le opportunità di cui hanno bisogno. "Imparare garantisce ai bambini colpiti dalle emergenze un aiuto nel breve periodo, e nel lungo periodo rappresenta un investimento cruciale per lo sviluppo delle loro società. Ma gli investimenti nell'istruzione non rispondono alla realtà di un mondo instabile. Per rispondervi, è necessario che ci siano fondi per l'istruzione nelle emergenze maggiori e meglio pianificati”, ha concluso Bourne.

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