Medio Oriente: drastico aumento nel flusso di armi
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(Pars Today Italian) – I flussi di armi verso il Medio Oriente sono aumentati dell’87% negli ultimi cinque anni e ora rappresentano oltre un terzo del commercio globale, si legge in un rapporto presentato dall’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri).
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Mar 12, 2019 17:17 Europe/Rome
  • Medio Oriente: drastico aumento nel flusso di armi

(Pars Today Italian) – I flussi di armi verso il Medio Oriente sono aumentati dell’87% negli ultimi cinque anni e ora rappresentano oltre un terzo del commercio globale, si legge in un rapporto presentato dall’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri).

Il sondaggio annuale del Sipri mostra che l’Arabia Saudita è diventata il primo importatore di armi al mondo nel 2014-18, con un aumento del 192 percento nei precedenti cinque anni. Anche l’Egitto, l’Algeria, gli Emirati Arabi Uniti e l’Iraq si sono classificati nella top 10 degli acquirenti di armi a livello mondiale. Il Think-tank misura il volume delle consegne di armi, non il valore in dollari delle offerte. Il volume delle consegne a ciascun Paese tende a fluttuare, pertanto presenta dati in periodi quinquennali che offrono un’indicazione delle tendenze più stabile. Il nuovo rapporto mostra le corpose vendite di armi e attrezzature militari effettuate dagli Stati Uniti e dalle nazioni europee alla coalizione militare che sta devastando lo Yemen, ha dichiarato a Middle East Eye il ricercatore del Sipri, Pieter Wezeman. “Le armi da Stati Uniti, Regno Unito e Francia sono molto richieste nel Golfo Persico, dove i conflitti sono diffusi. La Russia, la Francia e la Germania hanno aumentato drasticamente le loro vendite di armi verso l’Egitto negli ultimi cinque anni”, ha dichiarato Wezeman. La crescita delle importazioni del Medio Oriente è stata in parte determinata dalla necessità di sostituire gli equipaggiamenti militari che sono stati dispiegati e distrutti in Yemen, Siria, Iraq e Libia, oltre che dalle tensioni politiche e da una corsa regionale agli armamenti. di Giovanni Sorbello