Tensioni in Kashmir: il Pakistan ne discute con l’ONU
(last modified Mon, 17 Feb 2020 15:35:20 GMT )
Feb 17, 2020 16:35 Europe/Rome
  • Tensioni in Kashmir: il Pakistan ne discute con l’ONU

(Pars Today Italian) – Durante una conferenza stampa, tenutasi in seguito a un incontro con il ministro degli Esteri pakistano, Shah Mahmood Qureshi, domenica 16 febbraio, il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha espresso “profonda preoccupazione” per le tensioni esplose nella regione contesa del Kashmir.

Il rappresentante delle Nazioni Unite ha chiesto a India e Pakistan, i Paesi protagonisti della disputa, di “rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali” nella gestione della crisi. “Ho ripetutamente sottolineato l’importanza di esercitare la massima moderazione e di intraprendere iniziative per favorire la de-escalation sia militare sia verbale del conflitto e riconfermo la mia offerta nell’esercitare i miei buoni uffici, come entrambe le parti dovrebbero richiedere”, ha dichiarato Guterres davanti ai giornalisti. Parlando alla conferenza internazionale sui rifugiati, lunedì 17 febbraio, il primo ministro pakistano, Imran Khan, ha accolto con favore i commenti del Segretario generale e ha esortato le Nazioni Unite a fare di più e a intervenire con più fermezza in merito alla questione del Kashmir. “Se l’ONU non gioca la sua parte, questo può diventare un altro focolaio di tensioni mondiale”, ha detto Khan, specificando che “prevenire è meglio che curare”. Il Pakistan sta cercando da tempo di coinvolgere la comunità internazionale sulla disputa del Kashmir, che l’India intende invece affrontare a livello bilaterale. Nuova Delhi ha già rigettato le offerte del presidente americano Donald Trump di fare da mediatore nella controversia e, poco dopo il discorso di Guterres, ha ribadito di rifiutare anche l’intervento delle Nazioni Unite. L’India considera l’intero territorio del Kashmir parte integrante dei suoi confini e non ha intenzione di negoziare. “Ulteriori questioni, se presenti, dovrebbero essere discusse a livello bilaterale. Non vi è alcun ruolo o possibilità di mediazione per i terzi”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Raveesh Kumar, in una nota. Guterres, tuttavia, ha chiesto che venga rispettata la risoluzione dell’ONU del 1948 con la quale si stabiliva che solo un plebiscito che coinvolgesse tutti gli abitanti del Kashmir avrebbe potuto stabilire se la regione dovesse appartenere all’India al Pakistan. Il Kashmir è una regione asiatica, a maggioranza musulmana, contesa tra India e Pakistan. L’area è teatro di scontri da decenni, ma vive una situazione di estrema tensione a partire dal 5 agosto 2019, quando il governo indiano ha abolito lo status speciale della parte indiana della regione, per ragioni di sicurezza. A seguito della rimozione dell’autonomia, dopo giorni di coprifuoco e blocco di internet e delle comunicazioni, il Kashmir è stato colpito da un’ondata di proteste. Alcune di queste sono state caratterizzate dal lancio di pietre contro i militari. Il gruppo per la tutela dei diritti umani, Amnesty International, ha affermato che la situazione in Kashmir è “senza precedenti” nella recente storia della regione. Secondo l’organizzazione le detenzioni e la repressione del dissenso hanno contribuito a “diffondere paura e alienazione” nella regione. La repressione di agosto 2019 ha suscitato critiche internazionali diffuse. Una di queste è arrivata dalla leader tedesca, Angela Merkel, che ha dichiarato che la situazione in Kashmir “non è sostenibile”. Diplomatici di diversi altri Paesi hanno dichiarato di aver sollevato privatamente preoccupazioni sulla tutela dei diritti umani nella regione. L’accesso all’area per gli osservatori stranieri, compresi diplomatici, gruppi per i diritti e giornalisti, è strettamente controllato. A nessun reporter era stato permesso l’accesso all’area per seguire le proteste a partire da agosto del 2019. Anche oggi, agli inviati stranieri vengono fornite scorte di polizia, apparentemente per la loro stessa sicurezza, secondo quanto ha riferito un diplomatico che ha visitato frequentemente la regione prima di agosto, e raramente ha ottenuto il permesso di viaggiare fuori dalla città principale di Srinagar.

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