Esplosione di Beirut: richiesto l’arresto di un capitano russo
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BEIRUT (Pars Today Italian) - Il Libano ha chiesto all’Organizzazione internazionale della polizia criminale (INTERPOL) di arrestare il capitano e il proprietario dell’imbarcazione che sette anni fa, lui ha trasportato nel Paese il carico di ammonio che ha provocato la devastante esplosione del 4 agosto scorso.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Ott 03, 2020 08:19 Europe/Rome
  • Esplosione di Beirut: richiesto l’arresto di un capitano russo

BEIRUT (Pars Today Italian) - Il Libano ha chiesto all’Organizzazione internazionale della polizia criminale (INTERPOL) di arrestare il capitano e il proprietario dell’imbarcazione che sette anni fa, lui ha trasportato nel Paese il carico di ammonio che ha provocato la devastante esplosione del 4 agosto scorso.

Tutti e due sono cittadini della Russia.

A riferirlo alla Procura libanese, il primo ottobre, il giudice Fadi Sawwan, responsabile delle indagini sull’incidente verificatosi presso il porto di Beirut. L’agenzia di stampa libanese, NNA, non ha fornito ulteriori dettagli sull’identità dei due imputati, verso cui è stato chiesto il mandato di arresto. Tuttavia, è noto che Boris Prokoshev è stato il capitano che ha guidato la MV Rhosus dalla Turchia a Beirut nel 2013. Igor Grechushkin, un uomo d’affari russo residente nell’isola di Cipro, aveva, invece acquistato la nave da carico, nel 2012, da un imprenditore cipriota, Charalambos Manoli. Grechushkin era stato precedentemente interrogato dalla polizia su richiesta dell’ufficio dell’Interpol in Libano, nel mese di agosto scorso.

Sembra che le tonnellate di nitrato di ammonio fossero nel porto di Beirut dal 16 novembre 2013, data in cui sono giunte a bordo di una nave proveniente dalla Georgia, la quale avrebbe dovuto successivamente attraversare il Canale di Suez per consegnare il carico a una compagnia del Mozambico. Il trasferimento, però, non è mai avvenuto ed i container sono rimasti per 6 anni “abbandonati” nel porto della capitale libanese. Secondo alcune fonti della sicurezza, l’incidente potrebbe essersi verificato a seguito di operazioni di “saldatura” in corso presso l’hangar andato in fiamme, volte a mettere in sicurezza i container per evitare eventuali dispersioni. Diverse fonti dubitano, però, della validità di tale ipotesi, così come di altre giustificazioni rilasciate da autorità accusate di corruzione e negligenza. Inoltre, stando a quanto emerso sino ad ora, oltre al nitrato di ammonio, l’hangar 12 ospitava altresì altro materiale esplosivo, tra cui cherosene, solventi e 25 tonnellate di petardi.(Sicurezza internazionale )

 

 

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