Un gruppo per i diritti digitali accusa facebook di pregiudizio anti-palestinese
(last modified Mon, 24 May 2021 02:57:24 GMT )
May 24, 2021 04:57 Europe/Rome
  • Un gruppo per i diritti digitali accusa facebook di pregiudizio anti-palestinese

Mercoledì scorso, un gruppo per i diritti digitali e diverse agenzie di stampa palestinesi hanno inviato a Facebook una denuncia formale “contro la censura arbitraria dei contenuti pubblicati sulla piattaforma da giornalisti e commentatori palestinesi”.

La denuncia, inviata anche al Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà d’opinione e d’espressione, richiede una revisione urgente ed una spiegazione sulle decisioni prese da Facebook di sospendere account e post affiliati ad agenzie di stampa e giornalisti palestinesi.

Il gruppo per i diritti digitali Sada Social monitora la sospensione dei contenuti e degli account palestinesi su Facebook e altre piattaforme di social media dal 2017. Quest’anno il gruppo ha documentato centinaia di casi di censura inappropriata dei contenuti palestinesi sui social media. Stanno attualmente indagando 159 account Facebook legati ai palestinesi, che sembrano essere stati censurati senza una buona ragione.

Le denunce a Facebook sono state presentate da Sada Social, al-Hadath Newspaper, PalToday News Agency, Metras, Mumen Jameel Muhammed Meqdad e Ultra Palestine. Le loro denunce affermano che Facebook ha violato il diritto fondamentale alla libertà d’espressione e la stessa politica aziendale sui diritti umani di Facebook.

Tayab Ali, partner dello studio legale londinese Bindmans LLP, che rappresenta il gruppo, ha dichiarato: “Secondo la politica di Facebook, i nostri clienti sono definiti ‘difensori dei diritti umani’ perché sollevano preoccupazioni sui diritti umani riguardo al trattamento dei palestinesi e all’occupazione sionista di lunga data della Palestina. È chiaro perché le autorità israeliane vogliono interferire con il lavoro dei nostri clienti nel portare le violazioni dei diritti umani all’attenzione del mondo”.

“Facebook non può permettersi di essere utilizzato per mettere a tacere le voci di giornalisti e commentatori che sollevano preoccupazioni sui diritti umani, in particolare durante gli attuali attacchi militari discutibili contro i civili palestinesi”.

 

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