Libano: sospese le indagini sull’esplosione di Beirut
BEIRUT-Le indagini sull’esplosione che, il 4 agosto 2020, ha colpito il porto di Beirut sono state nuovamente sospese.
Lo ha affermato una fonte informata del Sistema giudiziario del Libano. La notizia della sospensione delle indagini è giunta dopo che, il 4 ottobre scorso, la Corte d’appello di Beirut ha respinto un’altra ricusazione avanzata contro il giudice responsabile dell’inchiesta, Tarek Bita
Da parte sua, il movimento di resistenza libanese Hezbollah, ha accusato il giudice responsabile dell’inchiesta, di essere “politicizzato” e “prevenuto”. In tal caso, a presentarla era stato anche il deputato ed ex ministro Nouhad Machnouk sulla base di una parzialità del lavoro di Bitar. Ciò è avvenuto dopo che lo stesso giudice aveva convocato Machnouk per un interrogatorio, il primo ottobre. Tale mossa, per l’ex ministro, contraddiceva la Costituzione e le procedure giudiziarie per presidenti e ministri. Nel respingere la ricusazione dei deputati, le autorità giudiziarie libanesi hanno parlato di “incompetenza materiale”, facendo riferimento all’assenza di una giurisdizione specifica per tale causa. In tale quadro, l’11 ottobre, il leader del movimento di resistenza libanese Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah, nel corso di un discorso televisivo, ha accusato Bitar di “pregiudizi politici” e di voler “politicizzare” l’inchiesta sull’esplosione del 4 agosto del 2020. Per il leader di Hezbollah, il giudice starebbe impiegando “il sangue delle vittime per servire interessi politici”. Il leader di Hezbollah ha chiesto la sostituzione del giudice con un altro “onesto e trasparente”. “Consideriamo ciò che sta accadendo un errore molto, molto grande… Non porterà alla verità, né alla giustizia, ma piuttosto all’ingiustizia e all’occultamento della verità”, ha dichiarato Nasrallah.
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