Libano, Aoun: nessuna concessioni a Israele sui confini marittimi
Beirut - Il presidente libanese Michel Aoun ha detto che il suo governo conserverà diritti e ricchezza naturale del Paese.
"Tutto ciò che viene detto riguardo alle rinunce del Libano in occasione dei negoziati sulla demarcazione marittima tra Libano e Israele, è infondato”. Ha aggiunto. "Quello che viene detto sulla rinuncia ai diritti del Libano nei negoziati sulla delimitazione del confine marittimo (con il regime sionista) è infondato e le discussioni porteranno alla conservazione dei diritti del Paese e della sua ricchezza", ha proseguito Aoun. Le affermazioni arrivano dopo che il presidente ha affermato in una recente intervista al quotidiano Al Akhbar che i negoziati devono ora svolgersi presso il palazzo Baabda. Due settimane fa il consigliere per la sicurezza energetica degli Stati Uniti, Amos Hochstein, si è recato a Beirut e si è detto ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo tra i due Paesi.
Libano e l'entita' sionista hanno avviato negoziati indiretti sul loro confine marittimo alla fine del 2020, i primi colloqui tra i due Paesi in 30 anni, mediati dagli Stati Uniti. La controversia riguarda un'area triangolare del Mar Mediterraneo che è larga in media da cinque a sei chilometri e costituisce circa il 2 per cento della zona economica esclusiva di Israele. La disputa ha impedito l'esplorazione in un'area potenzialmente ricca di gas naturale, in un momento in cui il Libano affronta una forte crisi economica ed energetica.
I colloqui sono stati indiretti, perché il governo libanese, che include rappresentanti di Hezbollah, ha rifiutato di tenere colloqui diretti con i sionisti. Si sono svolti presso la base della Missione Unifil a Naqoura, al confine tra il Libano e la Palestina occupata. Dopo quattro round di colloqui, il processo si è interrotto dopo che il Libano ha aumentato notevolmente le sue richieste, ampliando l'area contesa da 869 chilometri quadrati a 2.300.
Quell'area includerebbe il giacimento di gas naturale Karish North, dove sono già in corso le trivellazioni. In risposta alle crescenti richieste, le autorita' sioniste hanno tracciato la propria mappa, raddoppiando le loro pretese, ma non ne hanno fatto uso perché il Libano non ha presentato la sua nuova posizione all'ONU. Il quinto round di colloqui si è svolto a maggio, senza che siano stati segnalati progressi. Il governo libanese ha emesso un bando a dicembre invitando le compagnie internazionali a presentare le proprie offerte per avviare le trivellazioni nella zona di mare rivendicata da Tel Aviv.
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