Un Natale di sangue in Arabia Saudita
RIYADH - Lo scrso 13 marzo è uscita questa notizia: l’Arabia Saudita ha giustiziato 81 persone in un giorno per reati legati al terrorismo.
Secondo il regno i condannati erano legati a Daesh, Al- Qaeda e altre organizzazioni terroristiche ed stavano pianificando attacchi in luoghi vitali e contrabbandando armi nel Paese. Delle 81 persone, 73 erano cittadini sauditi, 7 yemeniti e un siriano. L’Arabia Saudita ha leggi molto dure che prevedono la pena di morte nel caso di condanne per numerosi reati, ma è raro che siano eseguite così tante esecuzioni in un solo giorno. Nel 2019 ne furono eseguite 37 per decapitazione, mentre tre anni prima un’esecuzione di massa aveva riguardato 47 persone condannate. L’annuncio del 13 marzo ha segnato il numero più alto di condanne a morte registrate nel regno in un giorno, superando il numero di 69 persone giustiziate in tutto il 2021.
Intanto un gruppo di deputati inglesi hanno scritto tre giorni fa una lettera al ministro degli Esteri, James Cleverly, per denunciare che l’Arabia Saudita userà il periodo natalizio come “copertura per commettere le esecuzioni di massa. “Proprio mentre l’Occidente è distratto dalle festività, Riyadh compierà le proprie atrocità”, si legge nella missiva.Il quotidiano “The Telegraph”, che dice di aver ha avuto modo di leggere la lettera, ha riferito che già nel 2016 l’Arabia Saudita ha giustiziato quasi 50 persone, inclusi minori, verso la fine di dicembre. “Siamo seriamente preoccupati che l’Arabia Saudita possa compiere esecuzioni di massa nel periodo delle vacanze, quando gli occhi del mondo saranno altrove” e le autorità saudite percepiranno un minor rischio di “contraccolpi diplomatici”, si legge.Il “Telegraph” ha ricordato che al momento sono almeno 60 le persone a rischio di esecuzione capitale nel Paese, stando a quanto hanno reso noto le organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Tuttavia, il numero reale potrebbe essere significativamente più elevato.
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