Unicef, sfruttamento lavoro minorile coinvolge 150 milioni bimbi
(last modified Sun, 12 Jun 2016 23:46:42 GMT )
Giu 13, 2016 01:46 Europe/Rome
  • Unicef, sfruttamento lavoro minorile coinvolge 150 milioni bimbi

VIENNA (Pars Today Italian) - Oggi viene ricordata in tutto il mondo la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, un dramma spesso silenzioso che ancora oggi coinvolge 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni nei paesi in via di sviluppo, circa il 13% di tutti i bambini e i ragazzi in quella fascia di età.

Nei paesi meno sviluppati, circa un bambino o ragazzo su 4 (tra i 5 e i 14 anni) lavora, correndo seri rischi per la sua salute e il suo sviluppo", ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell'UNICEF Italia. La più alta percentuale di bambini lavoratori si trova in Africa subsahariana (il 25% di quelli tra i 5 e i 14 anni). In Asia meridionale, il 12% dei bambini nella stessa fascia di età svolge lavori potenzialmente dannosi, rispetto al 5% dei bambini che vivono in Europa centrale e orientale e Comunità degli Stati Indipendenti (CEE/CIS), la regione con il minor tasso di bambini lavoratori. Nei paesi più poveri del mondo, circa 1 bambino su 4 lavora e questo è potenzialmente dannoso per la loro salute. In Asia Meridionale sono 77 milioni i bambini lavoratori. In Pakistan l'88% dei bambini tra i 7 e i 14 anni che non vanno a scuola, lavora; in Bangladesh sono il 48%, in India il 40% e in Sri Lanka il 10%. L'UNICEF, insieme ai suoi partner, cerca di affrontare le cause dirette del lavoro minorile lottando contro la povertà, fornendo istruzione gratuita e opportunità economiche per genitori e giovani in età da lavoro, e individuando i bambini coinvolti nelle peggiori forme di lavoro minorile, dando loro accesso ad altre opportunità come l'apprendimento. L'UNICEF lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile con programmi di sensibilizzazione, prevenzione e reinserimento scolastico o lavorativo per bambini lavoratori, ex-bambini soldato e bambini di strada, che prevedono orari flessibili, metodologie didattiche partecipative e un apprendimento che contempla competenze utili per la vita quotidiana e per la formazione professionale.

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