Il vertice dell’Unione Africana con lo slogan “Silencing the Arms 2020”
ADDIS ABEBA-Si è aperto ieri ad Addis Abeba, in Etiopia, il vertice dei capi di Stato e di governo dei paesi membri dell'Unione africana (Ua). La riunione di alto livello, che si chiude oggi, è stata preceduta dall'incontro del Consiglio direttivo dei ministri degli Esteri dell'Ua.
In occasione del summit, il Sudafrica raccoglie il testimone dell'Egitto alla presidenza di turno dell'organizzazione. Il tema principale al centro del vertice è quello della sicurezza, come testimoniato dallo slogan "Silencing Arms in 2020", obiettivo che l'Unione africana si è prefissata sette anni fa. Nel suo discorso di apertura della riunione ministeriale, giovedì scorso il presidente della Commissione dell'Unione africana, Moussa Faki Mahamat, ha fatto appello alla solidarietà fra i paesi africani, in particolare per quanto concerne la crisi nel Sahel, e ha delineato un quadro poco lusinghiero della situazione della sicurezza con le numerose crisi che interessano il continente, in primis quella libica.
In questo senso, l'Ua intende giocare un ruolo di maggiore rilievo sul dossier libico e di pesare di più nella risoluzione del conflitto, nell’ottica della promozione di un “dialogo africano”. Al termine della riunione di Brazzaville il Comitato - composto da 11 membri - ha concordato di istituire una Commissione preparatoria per il Forum inter-libico dell'Unione africana, che sarà aperta a tutte le parti in conflitto libiche, compresi i leader tribali, le donne, i giovani ed altri attori politici e sociali libici. Il Comitato, si legge nella nota, ha inoltre "condannato le continue interferenze esterne in Libia, nonostante gli impegni assunti a Berlino", e ha insistito affinché "tutte le parti si conformino rigorosamente" all'embargo sulle armi imposto in Libia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, invitando quest'ultimo ad applicare sanzioni contro i trasgressori.