Primo caso coronavirus in campo Rohingya
(last modified 2020-05-15T09:32:49+00:00 )
May 15, 2020 11:32 Europe/Rome
  • Primo caso coronavirus in campo Rohingya

Le autorità del Bangladesh sono sul chi vive oggi dopo la scoperta di un primo caso confermato di coronavirus fra la popolazione degli enormi campi profughi dei Rohingya. Si teme uno «scenario da incubo».

Gli epidemiologi paventano da diversi mesi un'epidemia di Covid-19 nei campi di Rohingya nel sud del Bangladesh. Quasi un milione di membri di questa minoranza musulmana, fuggiti dalle persecuzioni nella vicina Birmania, vivono in condizioni di estrema povertà e sono ammassati in baracche sovraffollate. Le autorità locali e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno annunciato ieri la scoperta del primo caso ufficiale di coronavirus tra i profughi. Un secondo è stato rilevato anche in una clinica di un campo, ma concerne un abitante che viveva nelle vicinanze e che è andato a farsi curare. Squadre di investigatori sono state dispiegate per rintracciare i contatti dei due uomini al fine di adottare misure di quarantena, ha detto all'agenzia francese Afp il portavoce dell'OMS Catalin Bercaru. Un'area che ospita quasi 5000 persone in uno dei campi profughi è stata isolata a titolo precauzionale. «Abbiamo chiuso completamente la zona, impedendo a chiunque di entrare o uscire dalle proprie case», ha detto Mahfuzar Rahman, un funzionario locale, all'Afp. L'individuazione del primo caso confermato di coronavirus tra i rifugiati ha sollevato il timore che «uno scenario da incubo stia per verificarsi», ha detto Daniel Sullivan dell'ong Refugees International. In assenza di unità di terapia intensiva nei campi, «ci troviamo di fronte alla possibilità molto reale che migliaia di persone possano morire a causa di Covid-19», gli fatto eco Shamim Jahan di Save the Children. I campi Rohingya, situati nel distretto meridionale di Cox's Bazaar, sono stati quasi tagliati fuori dal mondo dall'inizio di aprile, con ingresso e uscita ridotti al minimo indispensabile. Dacca ha costretto le organizzazioni umanitarie che vi lavorano a ridurre dell'80% il personale nei campi. In questa fase, il Bangladesh conta 283 morti di Covid-19 e quasi 19'000 casi confermati, cifre inferiori alla realtà secondo gli esperti. Dal 26 marzo è in vigore un confinamento in tutta la nazione.

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